13 l'idea dell'abolizione del salariiato; è per ciò che in Inghilterra, il capitale di questo eccellente affare, ammontante a 250.000.000 di lire, è proprietà esclusiva di due milioni e mezzo di cooperatori appartenenti alla classe operaia; tutti i Comitati direttivi sono eletti dagli stessi cooperatori secondo il democratico principio: « ad ogni adulto un voto ». Nei laboratori delle Cooperative sono occupati 120.000 lavoratori, uomini e donne, i quali vengono naturalmente invitati, nella loro qualità di consumatori, ad entrare nella Società che li impiega, ciò che essi ge~ neralmente fanno; ma, come produttori, essi sono settimanalmente salariati, e sono, nel loro lavoro·, sottomessi agli ordini del direttore tecnico e del caposezione, sui quali non hanno, come produttori, nè influenza, nè controllo. Neppure per queste 120.000 persone rappresentanti la centesima parte della popolazione safariata non si è quindi « abolito i•l salariato ». Ecco quello che spiega l'attitudine dei sindacalisti nei riguardi della cooperazione, quantunque essi non possano disconoscere che questa ha aumentato considerevolmente le risorse dei milioni di lavoratori che vi partecipano, liberandoli dal giogo della cassa padronale, dallo sfruttamento e dalla frode del piccolo esercente. Ma la cooperazione, anche là ove ottiene i suo,i più bei trionfi, mantiene il lavoratore sottomesso, durante le ore di lavoro, agli ordini d'un superiore. L'operaio e l'impiegato delle Cooperative continuano ad usare strumenti di produzione di cui non hanno la proprietà ed a ricevere in compenso del loro lavoro un « salario » che rappresenta solo una parte di quel che essi producono. I poteri di proprietà di cui godono, si riducono al diritto di votare insieme alle altre migliaia di •soci, su questioni così vaste e generali da non lasciar quasi intravedere il lontano rapporto eh' esse hanno con la loro opere\ personale.
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