Camillo Berneri - Compiti nuovi del movimento anarchico

Lo stesso giorno mi accorsi che il « popolo » del quartiere mi aveva giudicato: «disertore» e che la mia... popolarità era compromessa. Il guaio è che, per la prima volta, mi sono chiesto se l'astensionismo è sempre opportuno. Chi sa che cosa siano sta- ·te le ·elezioni politiche del 1921 mi scomunicherà, forse, ma certamente non mi fucilerà se dirò che mi sono astenuto dal fare propaganda astensionista e che mi sono messo contro i vpstali dell'anarchismo per difendere quei pochi compagni •dell'Unione Anarchica Fiorentina (due o tre) dall'ostracismo al quale erano stati condannati per essere andati alle urne. Dicevo, allora come oggi: l'errore è di strategia e non di tat- -tica, è peccato veniale e non peccato mortale, Ma i vestali concludevano che ero « troppo giovarle », per non dirmi che non avevo capito niente dell'anarchismo, Il richiamo ai principii a me non fa· nè caldo nè freddo, perchè so che sotto quel nome vanno delle opinioni di uomini e non di dei, delle opinioni che hanno avuto fortuna per due o tre anni, per decenni, per secoli anche, ma che, poi, sono finite per sembrare barocche a tutti. Le eresie di Malatesta, sono, oggi, dei principi sacrosanti per tutti ·i malatestiani. Ora è un fatto che Malatesta, non essendo nè prete nè megalomane, ha esposto delle idee come opinioni e non come principii. I principii sono legittimi ·soltanto nelle scienze sperimentali e, allora, non sono che formulazioni di leggi, formulazioni .approssimative. Un anarchico non può che detestare i sistemi ideologici chiusi (teorie che si chiamano dottrina) e non può dare ai ·-principi che un valore relativo. Ma questo è un argomento che richiederebbe particolare ·sviluppo e ritorno a bomba: ossia all'astensionismo. Come constato l'assoluta deficienza della critica antipar- ·1amentare della nostra stampa, lacuna che mi pare gravissima, così non sono astensionista nel senso che non credo, e non ho mai creduto, all'utilità della propaganda astensionista in periodo di elezioni e mi sono sempre astenuto dal farla se non occasionalmente e a tu per tu con qualche individuo pas- ·sibile, secondo me, di passare dalla scheda al revolver. Il cretinismo astensionista è quella superstizione politica che considera l'atto di votare come una menomazione della ·dignità umana o che valuta una situazione politica-sociale dal numero degli astenuti delle elezioni, quando non abbina l'uno e l'altro infantilismo. Del primo ha fatto giustizia Malatesta, che scrivendo a ·Fabbri nel Maggio 1931, osservava che molti compagni danno un'estrema importanza all'atto di votare e non capiscono la ,vera natura della questione delle elezioni. Malatesta citava ,dei tipici esempi. Una volta, a Londra, una sezione municipale distribuì dei .20 Biblioteca Gino Bianco

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