Camillo Berneri - Compiti nuovi del movimento anarchico

in Italia clericalmente anticlericali. Urbain Gohier scriveva in uno dei suoi acuti articoli (Leur République - Paris 1906): « Il clericalismo non è l'attaccamento fanatico ad un dato dogma o a certe pratiche; è una forma particolare del pensiero, che si manifesta soprattutto_ nell'intolleranza. La maggior parte dei sedicenti « anticlericali » di oggi sono dei clericali protestanti o dei clericali ebrei, che combattono la religione cattolica a profitto della loro religione; oppure dei settari massoni, ingombri di altrettanti pregiudizi, di cerimonie altrettanto vane e di orpelli ancor più ridicoli di quelli del clero.· I loro principali « meneurs » sono degli ex-preti o degli ex-frati, che non possono sbarazzarsi delle loro abitudini mentali nè della loro anteriore disciplina, che ristabiliscono nel « libero pensiero» dei Natali pagani, delle Pasque socialiste, dei battesimi civici, delle comunioni e sopratutto delle scomuniche, dei banchetti al posto dei digiuni, degli Evapgeli, dei Credo, dei catechismi e dei biglietti di confessione ». Questa categoria di « preti del libero pensiero» ha prevalso in Italia, come in Francia e in Spagna. In Italia nessuna rivista «razionalista» ha avuto l'importanza culturale de La Ci, viltà Cattolica dei Gesuiti, della Rivista Neotomistica dei cattolici, di Bylichnis, protestante, di Coenobium, spiritualista. I più seri storiografi delle religioni in Italia sono stati dei preti cattolici o protestanti • non vi è stato un solo « razionalista » che avesse la preparazione culturale, in materia reli• giosa, di un Turchi, di un Fracassini, di un Bonaiuti, ecc. In Italia· vi era, ancora nel 1919 e 1920; lo scandalo di riviste come Satana di Roma, dirette da asini presuntuosi che criti; cavano le religioni con argomenti ridicoli e che pubblicavano articoli di una povertà di idee e di documentazione da far pietà. All'ignoranza e alla stupidità di quell'anticlericalismo faceva riscontro l'intolleranza, che in Francia, sotto l'egemonia massonica, conduceva ad escludere dalle Università dei preti di grande valore soltanto perchè preti. Così venne rifiu. tata una cattedra al padre Scheil, una delle migliori autorità in materia di assiriologia. Di lui, il Morgan dice, nel suo trattato Le prime civiltà: « A mala pena, si contano oggi, in Eu• ropa, quattro o cinque di questi scienziati (degli assiriologisti) la cui opinione faccia autorità e, fra questi, è V. Scheil che ho avuto la fortuna e l'onore di avere collaboratore nei miei lavori in Persia. Il suo nome resterà per sempre unito alla di lui magistrale traduzione delle leggi di Hammaurabi e della decifrazione dei testi elamiti, tour de force compiuto senza l'aiuto di un bilingue». Gli anticlericali non si commossero affatto di fronte al fatto che ad uno scienziato di reale valore fosse negata la cattedra di assiriologia al Collège de France, perchè secondo loro un prete non avrebbe avuto l'imparzialità necessaria per trattar materie aventi relazione con gli 15· Biblioteca Giro Bianco

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