558 BEATIMCE etNei E l'altro, esitando — illustrissima... lo sa... ò costume... i capelli... — I capelli! — ella esclamò, e portandosi pronta la mano sul ,capo ne cavò. il pettine-, . e • .1a magnifica .chioma d'oro le scese giù .come un'onda per tutta la persona. Ora, ecco, que- sti sono i miei capelli; e voi . che cosa volete farne? Ma il Valletto del carnefice, imbarazzato più di prima, tace- va; però che ella. riprese: Ogni forza ha il suo diritto; — il diritto dellascure .è non. rimanere impedita nel taglio: — ho capito fa presto, — e taglia... . E„. la .chioma cadde recisa. , Beatrice rimase stupida a contemplarla sparsa •sui pavimento; le lacrime le si affaCciarono agli . occhi, nè tanto 'valse a trattenerle, che non le sgorgassero per .la faccia- e pel seno-. Fin qui nessun dolore le aveva passato• l'anima Come quello, dacché n'essuno tanto l' avesse umiliata. Quando anche, adesso le concedessero la, vita, come ricomparirebbe ..fra le gentili don- zelle sue compagne, . così tosata dalle, mani del - carnefice?. Priva. dei capelli, suo decoro ,e suo vanto, le avevano (si perdoni la stranezza della espressione in grazia- della efficacia a manifestare il sentimento, che in .quel punto • assalse Beatrice) decapitato la testa. Eccola in mezzo •alle sue chiome splendide, - come I' Aiagiolo. della luce, nel giorno della maladizione, .vide il serto di raggi che gl' incoronava la fronte disperso ai suoi piedi.- 'Quante cure, o dalle sue mani stesse, o dalle altrui avevano ricevuto cotesti capelli? Come, ed. in quante diverse, guise, non 'sapeva .ella acconciarsegli intorno alla testa? I poeti celebrando quella Chiema nei loro canti, l'avevano detta più degna assai che quella di Berenice di splendere tramutata in astri per le volte del- l' empirei). I più bei fiori la inghirlandarono, contenti di alitarvi sopra l'ultimo sospiro di profumo. Le gemme, forse esultando nel premerla, scintillarano più luminose. Amore pareva averla lisciata con, le sue tutto questo dove aveva da finire? Per' essere recisa dalla mano del carnefice. — Fatalità! Beatrice raccolse la chioma recisa., e non le bastò a stringerla una mano. Guatolla un pezzo, e poi così, come se fosse persona, le rivolse la parola: — Compagna fedele di ogni. mia sventura!: io avrei sperato che tu meco fossi discesa dentro al sepolcro.. Dappoichè questo non lia concesso Dio, e tu nemmeno mi rimarrai superstite nel mondo, forse a celare la' calvizie della età matura, o a crescere la lusinga della lascivia: nata, e cresciuta sopra capo di vergi-
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