Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXIV. iL SAGRIFIZIO 495 — Su, presto, rendete a Cesare, quello ch' è di Cesare; voglio dire la doppia a Tegolino; e per bere, :a voi altri, ecco un papetto; chè ne avanza anche per le spugne vostre dilettissime sorelle in vino. Però, notatelo. bene una volta per sempre; io intendo, e voglio che sieno accolti co' medesimi rispetti così poveri come ricchi, i nobili come i popolani: io nacqui ignobile, e non sono ricca; ricordatevene: e di questo ricordatevi ancora, che sono state fatte troppo più belle e magnifiche cose co' baiocchi del popolo, che con i ducati dei baroni. E così favellando entrò n,ell' altra stanza. Il giorno successivo il carbonaio si presentò alla medesima ora, e venne con isquisita urbanità accolto dagli scrivani, mossi 'dai due supremi motori dell' anima umana, la speranza e la paura: però al carbonaio non parve che fosse uscita la stizza di corpo pel fatto del giorno antecedente, perchè, cacciando indietro uno dei suoi muli che sporgeva la testa dall' uscio dello studio, punse con questo motto gli scrivani: — State all' erta 'voi altri, chò lì alla porta ci è tale, che v' insidia il Vostro posto di copista. Ma Andreozzo, mordace secondo il costume dei romani, non potè stare alle mosse di iendergli pan per focaccia; --- Oh! in quanto a questo state sicuro che non ci ha pericolo: ciò potrà accadere quando voi sarete diventato l' avvocatò di studio. Onde il carbonaio, conoscendo a prova che quei ribaldi avevano più ritortole ch' egli fastella , e d' altronde premendolo bene altra cura, andò oltre. Il Tarinaccio appena ebbe sporto il carbonaio, con modo cortese gli disse.: — Io so che ieri i miei scrivani vi arrecarono disturbo: ve ne domando scusa per essi: gli ho ammoniti per guisa, che spero averne loro tolto il ruzzo di ricominciare Con altri, e con voi. Adesso favorite dirmi in che cosa io possa .sovvenire ai bisogni vostri. Parlate, e, se vi piace, sedete-vi. • — Parlerò in piedi. Ditemi, intendeste voi favellare del caso dei Cènci? — Io? E come. volete eh' io non ne abbia udito parlare? Ella è questa la nuova che tiene tutta Roma sottosopra. — E non sentiste mai nessuna voce in mezzo del cuore,. che vi parlasse in benefizio di cotesti infelici? — Se io l' ho sentita! Ed anche adesso la sento; — anzi a palesarvi il mio pensiero vi dirò, che la segretezza del processo; 'in insolito apparato; la surroga del giudice Luciaui , uomo più

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