N O 7' E (1) Pur troppo anche questa malattia terribile travaglia la umanilit ! pratibi la distingtiono in bulima, cinoressiat, e licoressia.. Il granatiere Tarare divorava un quarto di bove per giorno ; in pochi minuti si trangugiò il desinare apparecchiato a ventiqUaltro operai : inghiottiva carboni, calcinacci, turaccioli . di sughero, ciottoli, quanto insomma gli capitava sotto le mani r gli piacevano le serpi ; *mangiava gatti vivi vivi, é dopo mezza ora ne vomitava il pelo. Essendo sparito dall' ospedale un • fanciullo mentre egli vi soggiornava, caddero sospetti,sopra•di lui,, che se lo fosse divorato ; però lo cac-,- ciarono via. Morì nel 1799 di diarrea Purulenta che accennava putrefazione di visceri addominali. Vedi il DEsctur,T,, Medicina dello passioni. Nel medesimo scrittore è da vedersi la storia di Anna Dionisia Lhermine , .ammalata di fame canina. A me basti riferirne , questo , ch' essendole caduto Un tozzo (h pane nella catinella Mentre il cerusico la salassava , lo ritrasse, e se lo mangiò avidamente Così coni' era insanguinato; 'e che, presso a' morire, ormai impotente a mangiare , pregò sua sorella che le mangiasse accanto. al suo, capezzale, perché : « se il buon Dio. non voleva eh' ella mangiasse più, .«••poteSse almeno morire col piacere'di veder mangiare (2) Léggesi che a Parigi fu uno maestro ., che si phialpaYa s,er Lò , il quale insegnava' logica e filosofia , ed aveva molti scolari. :Intervenne che uno dei suoi 'scolari;tra gli' altri acuto, e sottile nel disputare; ma superbo, e v1Z1050 Sna ViI a morì. E dopo 'alquanti dì, essendo il nuiestro levztto di notti, allo studio , questo 'scolare morto' gli anparve : il quale il maestro riconoscendo,' senza paura il domandò quello che di lui .era. Rispose, ch'era da;nato. E domandoli° ancora il maestro , se le pene dello inferno erano così gravi come si diceva ; • rispose' Che infinitamente maggiori', e che con la lingua .non si potrebbero contare , ma che gliene mostrerebbe alcun saggio « 'Ed acciocchè la mia venuta a te sia Con - alcuno, utile « ammaestramento •di te, rendendoti cambio di molti ammaestramela che « desti a me, porgimi la mano tua , bel maestro ». La quale il maestro 'porgendo lo scolare scosse dito della sua mano , • che ardeva in su' la palma della mano del maestro dove cadde una piccola goccia di sudore.; e forò la mano dati' un lato alt' altro con molto duolo e pena come se fosse •stata una, saetta focosa, ed adula. «" Ora hai saggio' delle pene dello inferno » disse lo scolaro , e urlando, con dolorosi guai .sparì. Il maestro rimase con grande afflizione , e tormento per la mano forata ed-arsa ; né mai si :trovò medicina che quella piaga curasse, ma infimo alla morte rimase così forata. Donde molti' pre'sono utile ammaestramento di correzione. p il maestro compunto, tra per la paurosa visione, e per lo. ,duolo temendo di non andare a quelle orribili ,pene delle quali, aveva il saggio , deliberò. di abbandonare la' sctiola e' il mondo. Onde in questo pensiero fece due versi," quali la mattina vegnente' in' iscuola davanti ai suoi scolari , dicendo la visione, e mostrando la mano forata ed arsa spose, e disse : Lingua, coaoc ranis, -- ora .corvis, Vartacie vanis Ad loicam pergo — quac mortis non limet ergo. Io lascio alle rane il gracidare, ai corbi il erocidare, l cose vane al men- « do ; io m' incammino a lOgica tale, che non teme la „conclusione della - morte » cioè alla religione. E Così abbandonando ogni cosa si fece' religioso, santamente vivendo fino alla morte. PASSAVANTI Specchio della .vera Pe- nitenza. 2. cop...1.1. (3) Segreti dei Piccolo Alberto. Lione, 1731.
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