'266 BEATRICE CENCI del male di angina... - e con la destra si toccò la gola. Marzio alzò le spalle, quasi volesse dire: cotesto so molto ben fare da me. Allora Beatrice si attentò di favellare: - Marzio vi Salverà, non ne dubitate; ed io, in mercede, vi domando cosa che mi potrete donare molto agevolmente, e nella quale il guadagno sarà tutto per parte vostra. Voi mi avete a promettere, che uscendo da questo pericolo muterete 'vita. Oh Signore! che si può mutar vita come si muta la camicia? Io non ho imparato altro che maneggiare il ferro, e il ferro è fatto per ferire... — Il ferro è fatto non per ferire il cuore dei fratelli, donde viene la morte; ma sì per lavorare la terra, ch' è sorgente di vita. Muta il tuo ferro in vanga, e la misericordia di Dio si distenderà fino a te... • Questa risposta Beatrice dava al bandito pacatamente, senza petulanza, e con voce soave per modo, che Olimpio, il quale per costume era solito piegarsi agli avvertimenti altrui a un di presso come un campanile al vento di primavera, sentì un non so che nello stomaco, che non capiva bene se dovesse attribuire alle parole udite, o al digiuno sofferto. Ci pensò sopra un pezzo', e non gli riuscendo bene a' sciogliere il nodo, gli parve attenersi al più certo; onde concluse la sua meditazione dicendo: sarà il digiuno! Tornando al carcere di Beatrice Marzio favellava: — Vostro padre è una miniera di delitti; più se ne scava, e più se ne trova. Io, che pure non mi spavento per poco, quando mi affaccio a quel pozzo disperato rabbrividisco, e non comprendo più nulla. Voi dunque non volete consentire alla morte di lui; meglio così : conservatevi rosa bianca, e pura, quantunque, a parer mio, ove si tinga in vermiglio per sangue scellerato non perda pregio davanti agli uomini, nè davanti a Dio. State lieta però; i giorni della vostra schiavitù saranno meno lunghi di quello che voi poteste temere. — Dio disperda lo augurio perchè so a qual patto sia la mia libertà ; e, Marzio, se voi mi amaste davvero, come dite, se le mie angosce vi avessero toccato il cuore, ah! voi non
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