Partito repubblicano italiano - Una battaglia che continua

l' governanti impazziscono sempre in tutti i regimi che non ammettono la libertà di critica e di opposizione, di parola, di stampa, di ·riunione e di associazione mentre affidano ai loro dirigenti troppi poteri. Ai comunisti bisogna inoltre do- · mandare che cosa è mai, dunque, questo paradiso russo, se per venti anni l'URSS ha potuto essere governata da un pazzo criminale. Un regime come quello voluto dai comunisti è dunque. la negazione della democrazia; ed è perciò che la Repubblica è minacciata gravemente dal comunismo. È p:er queste ragioni (pericolo fascista e monarchico, pericolo ·comunista) che i repubblicani sono stati per molti anni . . al governo alleandosi anche con i democristiani (dal '47 al '5~): bisognava anzitutto pensare alla ricostruzione del paese distrutto dalla guerra, alla sua sicurezza di fronte alla minaccia dell'espansione sovietica (per questo l'Italia aderì al Patto Atlantico) e alla difesa .delle giovani istituzioni democratiche. · Oggi questi pericoli esistono ancora: ma i fascisti e i monarchici sono in declino, mentre i fatti di Ungheria e le rivelazioni su Stalin hanno fatto aprire gli occhi a molta gente e hanno messo il dubbio nella coscienza dei comunisti in buona fede. Inoltre i socialisti di Nenni non intendono più essere vassalli dei comunisti. Bisogna continuare a difendere la Repubblica: ma i repubblicani, ora, possono anche non essere più al )Governo. D·'altra parte si sta profilando anche un altro pericolo: quello dell'invadenza clericale. Troppi Vescovi che danno' ordini agli uomini politici della D. C., troppe pressioni del Vaticano sugli affari interni italiani, troppe prepotenze al centro e alla periferia da parte della Democrazia Cristiana ormai abituata a fare il buono e il cattivo tempo. Recentemente perfino un Cardinale ha dovuto riconoscere che i preti fanno gli « armeggioni ». Anche a questa situazione bisogna porre un freno. I preti devono stare in chiesa, non devono fare politica, che non è il mestiere loro. La Democrazia 14

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