-8tegno del fascismo nel paese, a spezzare i legami di servitù stabiliti subito dopo la marcia su Roma. Anche il campo socialista unitario - ad opera specialmente dei confederalisti - fu a più riprese agitato dà correnti semi-collaborazioniste, contro le quali insorse, con la coscienza piena del dovere socialista, il povero e grande Giacomo Matteotti. Infine contro il fascismo non rimanemmo che pochi gruppi: gli unitari, noi socialisti-massimalii,ti, i comunisti, i repubblicani e qua e là qualche sopravvissuto al naufragio dei vecchi partiti liberalidemocratici. Scarsissime erano le forze effettive su cui potevamo contare. I fascisti avevano saputo procedere con la vecchia satanica arte del Barbarossa che seminava sale sulle rovine delle città conquistate. Le Camere del Lavoro erano tutte distrutte, eccettuata quella di Milano; le sedi politiche del proletariato erano state razziate; l'Avanti!, che era stato distrutto ben quattro volte,. aveva limitato il suo raggio di io.fluenza da una lunga serie di bandi locali benchè rimànesse ugualmente l'arma di combattimento più efficace e più importante in una fase che era per noi di pura critica; le organizzazioni sindacali di classe erano ridotte senza sedi e senza possibilità di propaganda e di vita, mentre gli operai si trovavano alle prese con due dilemmi; - il dilemma dei fasci: o la tessera della corporazione o il manganello sulla testa; e il dilemma dei padroni : o la tessera fascista o l'affamamento. Ad aggravare la situazione, ed a ritardare il processo di riassimilazione delle masse contribuì il fatto che le beghe interne nel campo nostro erano tutt'altro che liquidate; dopo la marcia su Roma, come prima furono vivissime le polemiche -coi comunisti, i quali miravano alla distruzione del Partito socialista e particolarmente· triste e penosa fu la lunga bega 'che si imperniò· sui nomi di Serrati e sul mio, senza che vi fosse nulla di personale .. Ma lavoravano per noi i fascisti, seminando l'odio contro le loro gesta - culminate nei massacri di Torino e di Spezia; -'- disonorandosi con una legislazione partigiana la quale non si è arrestata di fronte alle più patenti ingiustizie - come fu nel Biblioteca ino Bianco
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