dell'audacia falsificatrice cui era stato necessario ricorrere per interpretare "su ordine" le resultanze così precisamente registrate nel documento aventiniano. E per di più, per mostrare tutto il conto che il regime faceva della decisione senatoriale, la quale, pur assolvendo De Bono per l'assassinio di Matteotti, lo liberava dagli addebiti minori (e per nulla onorevoli!) soltanto per "non provata reità": Mussolini lo nominava, proprio allora, governatore della Libia! E pochi giorni di poi, Giovanni Amendola, recatosi dopo l'ultima riunione aventiniana, in un luogo di cura, veniva assediato ed aggredito nell'albergo dove si trovava, tanto da doverne sortire sotto la scorta dei carabinieri. Ma questa scorta lo abbandonò nella notte, a mezza strada, e, pochi chilometri più in là, ecco una squadraccia fascista pronta per aggredirlo ancor più selvaggiamente e ferirlo in modo così grave, che pochi mesi dopo, egli morrà in conseguenza delle ferite allora riportate. La cinica rivendicazione di tutte le responsabilità lanciata dalla tribuna parlamentare da Mussolini il 3 gennaio, là proclamazione della moralità della violenza, fatta anch'essa da Mussolini in pieno congresso fascista il 22 giugno, ricevevano una nuova consacrazione: e ancora e sempre nel sangue. La parte civile non si arrende ERA però tempo che tutta la coorte dei profittatori del regime ricevesse qualche cosa di più riconfortante che la quotidiana imbandigione di orrori rivelati dai memoriali largamente diffusi fra il pubblico! Qualche cosa di meno umiliante del vile abbandono dei complici da parte di Mussolini adottato fino a quel momento! Qualche cosa di più accettabile delle istruttorie addomesticate ma pur incapaci di sopprimere le rivelazioni. Bisognava dar l'impressione che il regime sapeva fare ... qualche cosa "di meglio" nell'interesse dei "suoi", se non in quello del paese. All'alta finanza Mussolini cominciò con l'offrire, proprio allora, la nomina del conte Volpi di Misurata a ministro del tesoro ed il conseguente spadroneggiamento di lor signori sulla finanza dello Stato. Ed al gran pubblico egli offerse l'amnistia del 31 luglio - in ricorrenza del 25.mo anniversario della salita al trono del re. E fu un'amnistia estesa a tutti i reati determinati da moventi politici! Una vera novità: perchè nelle precedenti amnistie fasciste i reati politici non erano amnistiati se non quando mossi da "ragioni di interesse nazionale": cioè per solidarietà col regime'. Non è nostro compito accennare qui, nemmeno di sfuggita, alle vicende che, più tardi, fecero accorta l'opinione pubblica italiana di quanto essa fosse stata tratta in inganno allorchè l'alta finanza fu am25 Biblioteca Gino Bianco
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