dell'automobile è narrato come ottenuto da Dumini m modo che non doveva allarmare il Filippelli stesso.* E' impossibile invece non riprodurre qui con precisione quanto segue: "Rientrato alle 20 al giornale, niente di anormale mi colpì. Andai a pranzo verso le 21 e 30 col Comm. Benedetto Fasciola, segretario di Mussolini. Al giornale, sulle 12, trovai, Dumini e Putato che parlavano tranquillamente col Comm. Quilici redattore capo del "Corriere Italiano"; II Dumini entrò in camera mia con un involto di giornale e mi pregò di trovargli un posto per tenere durante la notte la macchina. Insospettito, chiesi notizie e mi rispose che aveva agito in conformità di ordini precisi di Ros~i e Marinelli autorizzati formalmente da Mussolini. Mi parlò di tante cose, fra cui di un russo che era da più settimane a Roma". "Preoccupatissimo, ma dubbioso di prendere una netta decisione, pregai Qnilici di prendere per una notte la macchina nel suo garage. Il Dumini mi 12regò di tacere che tutto sarebbe andato a posto il giorno dopo. "Io, viceversa, allarmato della notizia della scomparsa dell'On. Matteotti, il giorno dopo, mercoledi, cercai subito di Rossi. (A proposito dell'On. Matteotti lasciai che i miei "reporters" raccontassero la versione fino allora nota: macchina rapitrice Fiat di colore grigio e perchè non supponevo la cosa come eseguha dal Dumini, e perchè volevo, per debito di lealtà verso il governo, avvertire prima gli eventuali capi)." "La mattina di mercoledi Rossi a sua volta mi cercò affannosamente mentre io cercavo di lui, per dirmi: "1.o che Dumini aveva comunicato di essersi servito della macchina da me in buona fede prestata; "2.o che la cosa era grave; "3.o che lui e Marinelli avevano dato gli ordini in seguito ad accordi con !'On. Mussolini; "4.o che il presidente On. Mussolini sapeva tutto; "5.o che bisognava ad ogni costo mettere a tacere la cosa, diversamente saltava lo stesso Mussolini. "Queste dichiarazioni del Rossi mi dispensarono da una denuncia formale. "Tuttavia credetti opportuno avvisare anche nello stesso giorno (mercoledì) De Bono, Finzi, Marinelli ed altri. "Appresi da Finzi e dagli altri: "1.o che la vittima dell'attentato Dumini era !'On. Matteotti; * Da notare però che l'innocentissimo Filippelli, finito poi in carcere come truffatore non consegnò l'auto, se non dopo una dichiarazione scritta da Durrùni che l'auto doveva servire a nulla più che ad una scampagnata. Prudente ... l'innocentissimo! 14 BibliotecaGino Bianco
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