Giuseppe Emanuele Modigliani - L'assassinio di Giacomo Matteotti

sempre come il portavoce del "duce" e preposto, in modo pm particolare, al controllo della stampa. Rossi che, informato del giorno e dell'ora e dell'uso dell'automobile, si precostituì un alibi andando lontano a fare una scampagnata, a quell'ora, in quel giorno). E le prove non sono finite della partecipazione di Mussolini al misfatto: e, non solo come ispiratore, dall'alto e dal di fuori, ma per aver direttamente partecipato alla materiale esecuzione dei suoi ordini criminosi. Alludiamo qui, più precisamente, alla condotta di Mussolini immediatamente dopo la morte di Matteotti: condotta nella quale egli si dvela per intero, come non mai. Matteotti era stato assassinato nel pomeriggio del martedì 10 giugno, ed il mercoledì mattina Mussolini si vide rimettere carte e documenti ritrovati nelle tasche della vittima. (Lo si legge nel memoriale Filippelli di cui parleremo in seguito). Ma quando, lo stesso mercoledì, si manifestarono le prime apprensioni per l'assenza di Matteotti dalla Camera, e queste apprensioni furono riferite a Mussolini, questi non esitò a farsi beffe dei socialisti così facili ad allarmarsi e, a rincalzo, con quella brutalità e volgarità di eloquio che gli era propria, accennò alla possibilità che ·Matteotti fosse "andato a puttana!" (I nostri lettori non ce ne vogliano se ancora una volta abbiamo riferito le espressioni testuali del "duce" criminale e becero, tali quali furono prontamente pronunciate, invece di rimpiazzarle coi soliti verecondi puntini d'interpunzione. Infatti proprio la trivialità di questo immediato tentativo di depistare le apprensioni e le ricerche, conferma definitivamente la mentalità del primo responsabile del delitto. Spregiare il morto per mettersi al coperto! Ecco il rigillo e la firma apposti al delitto). Ma la sconcia spavalderia mussoliniana durò solo un attimo. Infatti la polizia non ignorava nulla dell'accaduto -e sin dal mercoledì non poteva nemmeno far più finta d'ignorarlo - anche perchè, già nel pomeriggio del giorno stesso, !'On. Modigliani si era recato dal questore di Roma a chieder conto della disparizione di Matteotti, e della mancata protezione di lui che, da tempo, veniva sempre seguito da due agenti (I quali però - vedi caso! - "lo perdettero di vista" proprio in quel pomeriggio del 10 giugno). L'On. Modigliani non mancò di dichiarare subito, senza ambagi, che si era certo in presenza di un delitto sicuramente dovuto a motivi di vendetta politica. E se !'On. Modigliani dovette limitarsi allora ad affacciare un presentimento, nei circoli più prossimi a Mussolini si era risaputo, subito. Infatti già quel mercoledì i caporioni fascisti più prossimi al loro degno capo si erano riuniti ed avevano deliberato sulla condotta da tenere, nella facile previsione che prima o poi tutto sarebbe venuto in luce. E se in tale riunione, vi fu chi propose di assumere la responsabilità dell'accaduto, (lo narrò in proseguo di tempo Carlo Bazzi, il direttore del "Paese", vantandosi di aver difeso questo atteggiamento cinico ma 9 Biblioteca Gin Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==