meno torti, si irritarono contro amici e compagni, ma nessuno tradì, nessuno fu apostata od uscì indegno del nome italiano e convertito nel senso dell'educazione di Spielberg •. Combattente delle Cinque giornate di Milano, segretario del Comitato di difesa a Brescia nel 1848, cooperatore dell'insurrezione bergamasca del 1849, nuovamente arrestato e poi vigilato nel decennio di preparazione. Ce n'era a suiTicienza per esaltar~ i al nazionalismo più esoso; ma il Rosa era uomo positivo: come aveva accettato schiettamente il vot o popolare per la fu sione della Lombardia con il Piemonte, pur avendone combattuto con il Mazzini il principio; come dopo il 1849, • consultato •. scrive, • disapprovai allora i conat i msurrezionali dei mazziniani stimandoli intempestivi • , così all'indomani della guerra del 1859 negò il principio nazionalista e osò affermare, insieme con un ordinamento di autonomie comunali di fronte alla estensione del centralismo piemontese, l'avvento d i federa7ioni sovranazionali, perché • le nazioni non sono l'ultimo termine del progresso politico ». L'abbiamo visto prendere parte alle rappresentanze locali (deputazione provinciale di Brescia) e agli organismi culturali ed economici (Ateneo, Biblioteca Queriniana, Comizio agrario) e accettare dalla magnanimità del governo regio la carica di provved itore agli studi (• Assunsi quell'ufficio con amore... per applicare in Lombardia idee liberali: esercitava il mandato eccitando entusiasmo per gli studi, più conversando con professori ed alunni che scrivendo », a differenza del suo successore • che raddoppiò il protocollo c le tabelle ed il noioso lavoro pedantesco ai presidi. ai direttori, ai professori •). Scuola, miglioramento agricolo, autonomie comunali, suffragio universale: questi i fini pratici del patriottismo del Rosa dopo l'unità, e per questi fu all'opposizione di fronte al nullismo della Destra e della Sinistra. Il
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