Quaderni di cultura repubblicana

a Firenze come commissario alle conferenze magistrali del Lambruschini. Ma, dopo i fatti di Sarnico e di Aspromonte, per prOtesta contro la politica monarchica, rinunciò all'incarico. Cominciò la pubblicazione di ponderose opere di storia e linguistica (come la Storia delle storie, le Origini della civiltà, la Storia dell'agricoltura). Dopo diciotto anni lasciò Bergamo, tornò presso la unica figlia Erminia a Iseo, e fu assunto alla Deputazione provinciale di Brescia, alla presidenza dell'Ateneo eli scicn· zc arti e lettere, c a quella del Comizio agrario, senza peraltro trascurare la politica attiva: fondò il Circolo rcpubbli· cano a Brescia, dal quale uscì la proposta del Congresso repubblicano di Roma del 1878 che riorganizzò le file repubblicane; presiedette il convegno di fondazione della Consociazione repubblicana lombarda (9 marzo 1879). Poi a Brescia fondò con il Tamburini il quotidiano La provincia di Brescia. Rilìutò, per amore di vita campestre, la nomina proposta dall'Ascoli all'Accademia scientifico-letteraria di Mi· !ano (futura Università degl i studi) c la direzione della Biblioteca Qucriniana di Brescia; continuò la pubblica· zione di libri di storia (come Feudi e Comuni) , cd entrò in relazione con Alberto Mario, con il quale si ballé per il suffragio universale c per la libertà di pensiero: in tal senso tenne il discorso inaugurale del monumento ad Arnaldo da Brescia. Da I seo collaborava assiduamente al giornale economico Il sole di Milano, pur continunndo la pubblicazione di grosse opere, come la Storia naturale della civilità (1880), in polemica con la teoria ciclica di Giuseppe Ferrari c curando, per incarico della Mario, la pubblicazione delle opere economiche del Cattaneo, sospesa per la morte di Bertan i. Rifiutò la deputazione politica, memore dell'affanno 9

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