Il Rosa invece non disarmò: impiegatosi a Iseo come scrivano d'avvocato, si diede ad accanite let ture e a viaggi ed escursioni, « per tenermi », scrive, « s<.:mpre parato a qualche nuovo appello dei la patria, per la quale sempre vegliavo cd agivo •, anche se trovò modo di sposarsi con una compaesana (Clarice Bomi) e di aprire una modesta cartoleria per mantenere la famiglia, ben presto funestata dalla mor te per tubercolosi della Clarice. Iniziò la carriera let teraria con la presentazione a Cattaneo, sul cui Politecnico pubblicò uno s tudio sulle miniere ferrose della Lombardia. Fu il secondo decisivo incontro della sua vi ta: ne scriverà molti anni dopo: • Nel corso della mia vita conobbi molti uomini eletti, ma nessuno mi parve avere carattere sì grave ed energico come Confalonieri, nessuna mente sl vasta, sl limpida, tanto sintetica come Catt<Jneo. E l'aspetto d'entrambi dava rilevanza alle qualità morali, onde chi non li conobbe famigliarmente non può giudicarli adeguatamente •· Per una questione giuridica professionale dovette recarsi a Parigi, passando con commozione per la Svizzera (• l'avvolgermi in quella democratica popolazione mi pose l'elettricità nelle fibre •), e prese contatto con esuli repubblicani italiani, tra cui Giuseppe Ferrari, poi fu a Bordeaux e a Bayonne e a Marsiglia. Tornato a Iseo collaborò alla Rivista Europea del Tenca, al Politecnico del Cattaneo, all'Euganeo di Padova, e pubblicò i primi lavori storici. Assistette a Milano alle dimostrazioni precorritrici delle Cinque giornate (funerali del Confalonieri, ingresso dell'arcivescovo Romilli) e accolse con freddezza le riforme di Pio IX, cosi concordando con il compagno di fede Filippo Ugoni: « Cademmo d'acco rdo che il papa non potea cessare di esser prete, che la teoria di Gioberti era una visione; nondimeno concludemmo: se giova alla causa della libertà usiamonc •· Per sottrarsi alle COi1Scguenze di un discorso rivolu7
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