Nove anni più tardi, Quadrio pubblicò una lettera-confess ione sull'Italia del Popolo, per rispondere ai facili attacchi sul suo voltafaccia e sulla sua parentesi fusionista. Questa lettera, vero indice della purezza di Quadrio, non ha un carattere a pologetico e propagandistico di discolpa, ma ha un carattere introspettivo, autocritico e tormen tato, di chi torna ad una chiesa dopo una momentanea apostasia. Quadrio, in tale lettera, negò di essere stato fusionista per irrazionale entusiasmo ovvero per fiducia nella monarchia piemontese, di cui r icordava bene il trattamento subito dai patriotti nel '21. Non vi fu altresì alcun interesse privato particolare. E allora? « Il prestigio della forza materiale mi sedusse - così confessò Quadrio nel 1857 - credett i più ai cannoni che ai principii, mancai di fiducia nella virtù della nazione ». Possiamo dire che fu un allettamento del realismo politico, sentito e confessato da un uomo che aveva i l moralistico temperamento del rivoluzionario e che riprese poi, per sempre, la sua vocazione più profonda. Altri focos i rivoluzionari, antisabaudi nel '48, si smorzarono più tardi in quel clima di realismo politico all' italiana, fatto di morbida cautela, di compromessi, di progressi un po' meritati e un po' carpiti; del resto è l'iter comune, in tutte le epoche, di tanti, che partono estremi sti e p oi si moderano con l'esperienza della vita, ed è, in particolare nel clima storico del Risorgimento, l'iter lafariniano di tanti, anche onesti, patrioti. L'itinerario di Maurizio Quadrio fu l'inverso: tornato nel '48 alla politica, si senti a ttratto da una impostazione realistica, dal miraggio di una organizzazione della lotta per iniziativa di una potenza ufficiale, ma sperimentò che il vantato realismo non era che un cedimento alla monarchia senza effettivi compens i e vantaggi. Carlo Alberto non erd il « principe • di Machiavelli , a l quale si potesse far luogo sacrificando il proprio ideale repubblicano p er godersi, in cambio, uno spettacolo di alta tecnica politica e di bravura militare. Quando egli si rese conto che la monarchia non e ra più abile delle ingenue insurrezioni democratiche a difendere la causa italiana, allora non fu più d'accordo a sacrificarvi l'ideale di un'Italia non solo unita e indipendente, ma anche riformata socialmente e moralmente. A questo punto cade 8
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