Quaderni di cultura repubblicana

concretezza e di fiducia, che influì pure sui combattenti più spericolati come Quadrio. Per tutta la prima fase di successo dci moti, l'incontro delle diverse classi social i parve ai più una garanzia di vit toria e una causa essenziale dello stesso successo ot tenuto; rispetto ai vecchi moti carbonari, basat i soprattutto sull'avventura eroica e il colpo di mano, un patriota come Quadrio, che vi aveva partecipato, sentiva quanto fosse positivo il sostegno complementare dei popolani, gener osi e audaci, e delle classi dirigenti, oculate e ricche di mezzi. Ma a nche questa partecipazione più cospicua ed armonica era poca cosa per sfidare l'impero asburgico, c la debolezza della situazione a ppariva evidente per Quadrio. Egli , verso la fine di marzo, era stato inviato a Milano come membro di una commissione del Comitato di salute pubblica, sorto in Valtellina, a llo scopo di prender contatti c istruzioni dal governo provvisorio ins taurato nella capitale, e questo lo nominò suo commissario per la Valtellina. In tale qualità, egli organizzò la preparazione militare dei singoli comuni ed una valida difesa dei passi a lpini in quella nevralgica zona di frontiera, decisiva per la protezione del terri torio italiano liberato. Ma, a mano a mano che l'Austria, riprendendosi dal caos in cui era caduta, avrebbe r iaffi lato le sue armi, cosa sarebbe accaduto? La preoccupazione per l'esito della guerra corroborò nell'animo di Quadrio il suo convincimento sulla utilità della collaborazione di tutte le forze patriottiche, anche di diverse idee e d i diversi ambienti. L'intervento piemontese, con un esercito regolare in marcia contro gli Aus t riaci, fece dunque su Quadrio la s tessa impressione positiva di consistenza e di garanzia, che prima aveva prodotto la concorde solidarietà di borghesi e di nobili accanto al popolo. Il combattente spericolato, l'uomo che aveva sfidato, senza riserve e senza cautele, la reazione europea sui vari campi d i battaglia, sentl il valore e finanche il fascino della organizzazione, della regolarità, della forza costituita, di una guerra equipaggiata, finanziata, sostenuta da chi potesse e sapesse farla. Per queste ragioni egli propagandò e votò la fusione della Lombardia con il Piemonte sabaudo, pur r iluttando nell'intimo alla figura di Carlo Alberto e alla monarchia fa ticosamente travestita da liberale. 7

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