volta come amministratore di un piroscafo, che faceva continuamente scalo nelle principali ci ttà di mare italiane. Di lì vennero molte occasioni di contatti con l'Italia del suo tempo, da cui fino ad allora era vissuto o lontano o confinato in un piccolo margine. Questi contatti lo portarono, a poco a poco, nell'orbita della « Giovine Italia •. È allora che l'avventuroso patriota, animato da una innata e confusa passione per la libertà, spesso turbinosa, ma talora affievolita e quasi scoraggiata, entra in un preciso ordine di idee politiche; è allora che dal vago liberalismo, dall'individualistico, un po' donchisciottesco conato combat· tentistico, si sviluppa una personalità robusta di militante e di organizzatore, inserita in una associazione politica stabile e soddisfatta della soluzione ideologica, morale, religiosa, fornitagli da un profeta: Giuseppe Mazzini. IL QUARANTOTIO Il passaggio, o anche il ritorno, di Maurizio Quadrio dalla vi ta privata di amministratore a bordo di una nave a quella politica e patriottica, che sarà ora pubblica ora clandestina, si ebbe nel marzo 1848 con la insurrezione lombarda seguita ai moti di Vienna. Quadrio, che si era tante volte prodigato per la liberazione di altri popoli, anche lontanissimi, poté allora spendere le sue ener gie nel moto di quella nativa Valtellina, che spontaneamente era insorta al primo segnale della rivoluzione lombarda. La maggiore popolarità dei moti del '48, rispetto ai tentativi precedenti, allargò anche il ruolo dei patrioti di avanguardia, la cui azione venne ora a poggiare su una base, che da una parte li innalzava e li incoraggiava, dall'altra evitava loro un dannoso spreco di energia nelle funzioni più elementari e nei rischi più comuni della lotta. I vantaggi dell'impresa del '48 non erano solo nell' incremento quantitativo della partecipazione popolare, ma anche nell'armonica collaborazione dei vari elementi sociali: la partecipazione dell'agiata borghesia e di buona parte della nobiltà, con il loro contributo di prestigio e di spirito pratico proprio delle classi elevate lombarde, non avvezze a ragazzeschi colpi di mano, ma riflessive pur nello stato di insurrezione e di emergenza, portò con sé un clima di 6
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