focoso temperamento a consumare arbitri in nome di un male inteso diritto d 'autorità. Vediamo intanto i vari fattori che concorrono a << costituire >>, diremmo organicamente, la Questione Meridionale. Fattore storico: venti secoli di regime monarchico. Questo è il fattore preponderante della inferiorità intellettuale e morale del Mezzogiorno r ispetto al Settentrione. << La monarchia agì sinistramente non solo per sé stessa, ma creando il regime feudale, rimasto immutato nella sua essenza sino ai nostri giorni, che non seppe o non poté neppure domare anche quando le riuscì i nfausto. La monarchia e il regime feudale per lunga serie di secoli, ressero le popolazioni meridionali con tale sistematica e schiaccia nte iniquità, che si può dire che essi si siano proposti la più raffinata educazione all'odio ed alla violenza delle classi lavoratrici contro tutto ciò che rappresenta l'ordine, la legge, il governo, contro tutte le classi superiori, nobili e borghesi, che di tutto ciò furono e sono i rappresentanti e i depositari >> (La Rivista Popolare, 15 maggio 1909) . Senonché abbiamo nel Mezzogiorno un monarchismo anteriore al 1860, ed un monarchismo posteriore: agli effetti della educazione civile e della redenzione economica e morale delle popolazioni, l'uno e l'altro si equivalgono. Sulla storia politica monarchica si innesta la fosca pagina del brigantaggio. Citiamo dallo stesso scritto di Colajanni: <<Il brigantaggio, osserva il Nitti, entrava nel programma del cardinale Ruffo: Pronio e Rodio negli Abruzzi, Mammone e Fra Diavolo in Terra di Lavoro erano i suoi luogotenenti. Il piano del Cardinale era il solo che potesse r iuscire e riuscì; dice ai contadini : rubate le case dei ricchi, saccheggiate, dividetevi le terre! A Napoli, per la s tessa psicologia del fenomeno, i Sanfedisti cantano : Chi tene grane e vine - Ha da esse giacubine. L'educazione - come sembra ironica questa parola per designare certi fatti! - delle masse, poi, veniva completata dai premi che, non di rado, per mano del Governo toccarono ai più celebri campioni del brigantaggio>>. Da sottolineare il passo seguente, nel quale sono ricordate le opinioni di altri scrittori << meridionalisti >>: <<La borghesia dopo i l 1860 sfrutta, divora Municipi, Opere pie, Monti frumentari, usurpa terre pubbliche impudentemente e sfacciatamente. Perciò, dice il Turiello, " il Municipio come corpo collettivo, nei Comuni meridionali è guarlO
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