dionale », intorno a cui si arrovellano ancora studiosi e legislatori. Camminano quasi tutti disorientati o smarriti, senza · avvedersi che col filo d'Arianna di tutta l'opera di Napoleone Colajanni avrebbero in mano il più sicuro orientamento per uscire senza inciampi e tortuosi andirivieni dal complicato labirinto. La << Questione Meridionale » è prima di tutto di origine storica, e Colajanni lo dimostra. Si dilata in complicazioni economiche ed in degenerazioni antropologiche, e Colajanni scientificamente lo analizza. Si intorbida di interferenze politiche, e Colajanni lo denuncia. Si drammatizza con penose sofferenze, e Colajanni lo grida con la sua veemente protesta umana. Ma egli non getta olio sul fuoco delle rivolte popolari, non specula col calcolo della faziosità di parte, ma cerca di trattare col potere politico, «ragionando sui fatti», forte del suo prestigio di sociologo di fama europea: è sempre il medico al capezzale dell'ammalato. Quando le collere dei popolani affamati esplodono irresistibili, guidate da embrionali organizzazioni di classe, nelle quali l'ossequio monarchico e la superstizione religiosa prevalgono sull'ancora nebuloso marxismo, egli tratta con gli emissari dei « Fasci siciliani "• riscuotendo la loro piena fiducia. Ed egli riesce ad indurre il giacobino Crispi alle necessarie transazioni, con pretto spirito mazziniano e garibaldino, anche se le «conversioni » dello statista di testa calda hanno disperso i fantasmi risorgimentali. Ma improvvisamente Crispi perde la testa, trascinato dalla sua passionale rivalità col De Felice, animatore dei << Fasci >>. Il suo focoso temperamento, che passava con strani riflessi nevrotici dagli impulsi rivoluzionari alle impennate reazionarie, lo ha sempre rovinato. E allora la simpatia reciproca, la solidarietà isolana, l'affinità degli antichi comuni ideali, la spontanea amicizia, fra Crispi e Colajanni, tutto è rapidamente consumato. I due combattenti che sembravano fatti per affratellarsi in uno stesso amore per l'isola nativa, si separano per sempre. n cieco «tutore dell'ordine», che confonde odi ed amori personali con la ragion di Stato, da una parte; il difensore della libertà e dei diritti del popolo dall'altra. Colajanni diventa così il Pietro l'Eremita della pacifìcazione dell'isola, sconvolta da moti convulsionari, contro i quali si ostina il Ministro di Polizia, trascinato dal suo 9
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==