scientifica sulla cattedra universitaria. Non importa se come _proprietario ha perduto la partita: come uomo d'onore ha vinto; ed a testa alta entra nell'agone politico, dove la tribuna parlamentare udrà la sua voce di gran galantuomo, accusatore implacabile di affaristi e malversatori. Come si fa a tracciare il profilo, a << rinchiuderlo », in un opuscolo (vero letto di Procuste), di un grande uomo che ci ha lasciato una vasta opera, e la storia di una milizia politica di ol tre mezzo secolo? Non si potrebbe. Eppure bisogna incitare i posteri a ripiegarsi, riverenti ed ammirati , su un passato glorioso, che conserva intatta la sua vitale attualità. È la più bella Italia che ci sta dinnanzi. La più pura, la più onesta, la vera <<grande Italia>> immortale. Dall'insegnamento di questo grande <<idealista pratico>>, che alla problematica consacrò tutta la sua vita di studioso e di scienziato, non si può non trarre la sempre sconcertante conclusione: costruire il cittadino « dal di dentro», cercare in ogni <<professionista della politica>> l'uomo morale. Il solo vero grande politico è <<il grande educatore>>: l'uomo tipi· camente rappresentativo della nostra civiltà politica, nella cui aristocrazia del pensiero e della condotta il popolo si r iconosce. Colajanni appartiene appunto alla schiera dei grandi educatori, ma, volgendoci intorno, ci domandiamo sgomenti: chi continua l'opera loro? L'ultima vol ta che lo vidi saliva l'erta di Montecitorio appoggiato al suo bastone notarile, di gusto rurale, col cappello nero a larghe falde, e muoveva le sue gambe corte ed arcuate di vecchio cavallerizzo, faticosamente. Aveva accanto la sua figliola: la conduceva a fare la conoscenza con l'aula dove l'illustre professore, condottiero di tante memorabili battaglie parlamentari, cominciava già a sentirsi a disagio. La proporzionale lo aveva disorientato e deluso: quell'inquadrarsi per forza in un raggruppamento qualsiasi, lui fi glio e trionfatore dell'uninominalismo, per non restare isolato, gli aveva fatto inghiottire parecchi bocconi amari. Aveva cercato per quarant'anni la sincerità, la schiettezza, la cristallina personalità morale nell'uomo politico, ed ora gli toccava subire accostamenti , vicinanze e parentele provvisorie a lui del tutto estranee. Desiderava vedere i n faccia i clericali veri e se li trovava trasformati in modernisti socialisteggianti. Voleva fare la conoscenza con i conservatori veri e non ne trovava uno solo 7
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