Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967

ti. Cecoslovacchia, Nuova Zelanda, Islanda e Israele, ma ancora rra i 40 anni in Africa cd in Asia). La densità demografica ~ beninteso variabile a seconda dei paesi e vi prende una particolare signiricazione politica e sociale. Così, mentre il con• trollo o piuttosto, in questo caso, la limitazione delle nascite é una necessità per dei paesi come l'India (138 abitanti per chilome1ro quadrato), la Cina (72), il Giappone e magari la Tunisia, l'Olanda, malgrado i suoi 362 abitanti per chilometro quadrato é uno dei paesi più ricchi d'Europa (Francia 88 abi– tanti per chilometro quadrato, Svizzera 131, Italia 173, Germania 235, Belgio 307). Le zone mondiali ad alta fcriilità umana sono l'Africa (dove la Guinea batte il record mondiale per paese con 62 nascite per mille abi1anti. il tasso mondiale di natalità più basso essendo quello della Ungheria, grazie a circa 60.000 aborti legali annui, l'aborto es~cndo libero) e l'America Latina che possiede il tasso continentale più alto; 1'80% dell'aumento della popolazione mondiale ha luogo nelle regioni sottosviluppate. In uno studio effettuato di recente per conto dell'O.C.D.E. (Organizzazio– ne Comunitaria di sviluppo economico) dal professore GOran Ohlin, le con– clusioni alle quali l'autore arriva sono che l'aiuto portato dagli organismi in· ternazionali e dai paesi ricchi a quelli poveri del cosidetto Terzo Mondo, scom– pare senza dar frulli, proprio perché l'evoluzione demograrica incontrollata dei paesi interessati é tale che l'aiuto ricevuto serve quasi esclusivamente a garantire una precaria arimentazione all'eccedente annuale di popolazione, invece di essere consacrato alla modernizzazione ed allo sviluppo economico che soli possono far uscire questi paesi dalla miseria. Ancor più pessimista é l'agronomo rrancese, specialista della FAO (Orga– nizzazione delle Nazioni Unite per l'aJimentazione e l'agricoltura), René Ou– mont (autore, fra l'altro di «L'Afrlque noire est mal partlc•, «Chine surpeu~ plée. Tlcrs monde affamé• e «Nous allons à la famJne»), per il quale il con– trollo delle nascite su scala mondiale, senza essere l'unico rimedio, é assolu– tamente indispensabile se l'umanità vuole sopravvivere. Ogni giorno che passa, i paesi ricchi diventano pilt ricchi cd i paesi po– veri più poveri, e le ingiustizie sono spesso più scandalose ancora aJl"interno dei paesi sottosviluppali - tra le minoranze privilegiate e la massa affamata - che tra quest'ultimi ed i paesi ricchi (pcrcht: industrializzati), i quali so– stengono sistematicamente le minoranze dei paesi poveri. Cosl in India - do– ve l'anno scorso la carestia, che Dumont aveva prevista dal 1959, ha colpito 100 milioni di abitanti. il deficit alimentare non è affatto eccezionale ma per– manente e dovuto alle tecniche agricole arcaiche del paese, all'esistenza dei contratti agrari anacronistici, dell'usura, delle caste e delle vacche sacre; così nell'America Latina dei colpi di stato mililari i due terzi della popolazione soffrono della denutrizione in Bolivia, Equatore, Haiti cd in tutta l'America Centrale la razione quotidiana giunge appena alle 2.000 calorie e nel ricco Bra- 679

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