Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967

Egli comincia col citare un esempio. « Da molti secoli il potere spirituale stato separato, secondo le formule stabilite, dal potere temporale. Ora io <lico che la separazione dei pote1·i non è mai stata effettivamente completa per il fatto che l'accentramento dei singoli poteri è sempre stata insufficiente e ciò a detrimento tanto dell'amministraz1one ecclesiastica quan10 dei fedeli. La se– parazione verrebbe ad essere completa 'ioltanto nel caso in cui il potere poli– tico non solo non avesse la facolta di inserirsi nella celebrazione dei riti. nell'amministrazione dei sacramenti, nel governo delle parrocchie, ecc., ma non potesse altresì intervenire nella nomina dei vescovi. « Si otterrebbe allora una maggiore centralizza1.ione (31) dei varii poteri e quindi un governo più regolare, se il popolo di ogni tparrocchia avesse il diritto di scegliersi da sè i propri curati ed anche quello di non sceglierne af– fatto; se i preti in ogni diocesi potessero elegge1·e i loro vescovi rispettivi; se l'assemblea dei vescovi regolasse essa sola gli affori religiosi, l'insegnamento della teologia ed il cullo. Per questa separazione, il clero non si sarebbe trovato nelle mani del potere politico uno strumenlo di tirannide per il popolo. Con questa applicazione del suffragio universale, il governo ecclesiastico, centraliz– zato in sè, ricevendo le sue ispirazioni dire11amente dal popolo, anzichè aal governo o dal papa, verrebbe a trovarsi in armonia costante con i bisogni della società e con le condizioni morali ed intellettuali dei cii tadini. Occorre dunque, per rientrare nella verità crganica, economica e sociale: I) abolire il cumulo dei poteri, togliendo allo Stato la facoltà di nominare i vescovi e separando de– finitivamente il potere spirituale da quello 1emporale; 2) rendere più centra– lizzata l'orgh.nizzazione della Chiesa, con un sistema di elezioni a gradi suc– cessivi; 3) porre alla base del sistema ecclesiastico, come a quello di tutti gli altri poleri dello Stato, il principio del suffragio universale. Con questo siste~ ma ciò che oggi è governo diventerà soltanto amministrazione; la Francia in– tera sarà cenlralizzo.ta per quel che concerne le funzioni ecclesiastiche; il paese si governerà da se ~tesso per il fatto solo della sua iniziativa eletlorale, così per gli affari religiosi, come per quelli laici; esso non sarà più governato. Si può quindi concepire che se fosse possibile organizzare tutto il paese per le cose temporali sulle stesse basi che abbiamo indicate per la sua organizzazione spirituale, si raggiungerebbe l'ordine più perfeLto, la centralizzazione più asso– luta, pur facendo a meno di ciò che oggi si chiama autorità co~tituila o go– verno » (32). « Altro esempio: Le funzioni giudiziari!.! per le loro varie specialità. la loro gaarchia, il loro carattere di inamovibilità, la loro convergenza in un mini– stero unico, fanno prova di una distinzione o di una tendenza alla centralizza– zione o di una tendenza alla cetralizzazionc inequivocabile. Tuttavia, esse non (31) Il termine di « centralizzazione• o di « centralizuno », in apparema contraddittorie, è inteso qui dal Proudhon nel senso di divisione cd autonomia dei \'arii « poteri» o funzioni ammi– nislrati\'e, giudiziarie ccc., le quali. nello Stato unitario. si lr0\'3!l0 sc-ggcue a\l'invadenza ed ali 'assorbimento per opera del potere go\'ernatfro centrale (n. d. t.). (32) « Confessions •, p. 65. 721

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