Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967

rito perdere metà del suo regno che aver parte in un tal segreto». Gulli– ver. naturalmente, avvezzo al nostro mondo. non può far a meno cli tro– var inconcepibile che un re così do– tato di sapere e di ammirevoli qua– lità. per un meschino «scrupoletto» voglia rinunziare ad un'occasione « che lo avrebbe reso padrone asso– luto della vita, della libertà e delle sostanze del suo popolo)>. Un re « sui generis» come si ve– de. Ci chiediamo quale satira sareb– be scaturita dalla penna cli J. Swift se avesse fatto conoscenza con la bomba atomica. Com 'è ovvio Gulliver attribuisce la causa del rifiuto all'ignoranza po– litica di quel popolo « che non ave– va saputo elevare la polilica a di– gnitl, di scienza. come hanno fatto i pili acuti spiriti europei». Il re non può che disprezzare coloro che scri– vono migliaia di volumi sull'arte del– la guerra. perchè detesta la scaltrez– za e l'intrigo nei principi. Diceva di esser convinto che chiunque riuscis– se a far crescere due spighe cli gra– no o due fili d'erba su una zolla do– ve prima ne cresceva uno solo, era benemerito del\'umanitil che tulla in blocco la razza dei polilicanli. Parole che tulli i «capi» dovreb– bero meditare. Tornato in patria dopo le sue rni– rabili an,enture. Gulliver non tarda a rip:-endcre il mare: la nave viene assalita dai corsari. dei quali uno. olandese e cristiano, vorrebbe met– terlo a morte. mentre un giapponese. pagano. non esita ad imbacarlo su una canoa ed a affidarlo alla sorte. Approdato in una terra deserta si fa– rà ospitare. per necessità di eventi, nell"isola Volante. che ave\·a visto fluttuare nell'aria, e cli qui nel con– tinente soggetto al sovrano dell'iso– la Volante. La dimora nella capitale gli offre l'occasione di esercitare tut– to il suo umorismo in una critica della scienza che è ancor più attuale oggi di allora. Non è inopportuno ri– cordarne qualche dato empirico, che sarebbe di grande utilit~l anche oggi: « poichè è universale lamentela che i favoriti dei pdncipi soffrono di scar– sità e di debolezza di memoria, lo stesso dottore proponeva che chiun– que si presentasse ad 1111 primo mi– nistro. dopo avergli esposto il suo affare con la massima concisione e nei termini più semplici, prima di andarsene. desse al sullodato mini– stro una buona tirata di naso, o un calcio nella pancia, o gli pestasse i calli, o gli tirasse ben bene le orec– chie, o gli fìcasse uno spillo nei cal– zoni, per impedire così una climenli– canza1 e ripetesse l"or*razione ad ogni udienza finchè l'affare fosse sbri– gato o definitivamente rilìutato ». Ma anche Gulliver può offrire qualche insegnamento ai suoi ospi.ti, ric~1valn dai coslumi osservati nei suoi viaggi. Il genio di J. Swift pre– corre i tempi: allora non si parlava cerlamente di «test», eppure la sua satira si svolge anche contro una specie sui generis di «test» che un accademico ha escogitato per sco– prire i ribelli, che ordissero complot– ti contro il governo. Culliver è in grado di venire in aiuto al dolto au– tore raccontando cli un paese in cui i òelatori. gli informalori. gli sper– giuri sono tutti sotto la guida e gli stipendi dei ministri di Slalo e dei loro rappresentanti; in cui le congiu– re sono soltanto l'invenzione di que– sta genia ambiziosa di acquistar fa- 709

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