Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967
dcnza per farla campare. ben s:.lpcndo che in realtà si perpetuano in tal modo condi,doni di miserabilità nienlc affatto provvidenziali. Essi arrivano a formu· lare propositi mostruosi, come quando ci c.iicono che • sono u111i, indispensabili alla società anche gli cs-;eri imperfetti e sofferenti - de~linali da natura a svegliare cd affinare in noi il senso della commiserazione e dell'interessamento per gli infelici, tolto il quale verrebbe tosto a spegnersi quella fioritura di ope• re carirntive e filantropiche che fanno la gloria massima della civiltà moderna,. oppure: ti Anche quelli che muoiono appena nati, è bene che siano nati: perchè è slata assicurata loro una vila eternamente felice,. (Ma'ii G. ni.: « Il flagello ncomrilllmsiano »). Al fianco di tali preti inumani -· i qual! non hanno diritto di interloquire in questi problemi, dato che rifiutano per sè le responsabilità e le c~perienze della famiglia - si pongono poi tutti i •moralisti» la cosidetta t1 genie per bene» che per suo conto usa gli ,mtilecondativi e che la propria famiglia limita a du(· o tre figli, ma che ~i scandali;,..za se si parla in pubblico del modo di avere sani rapporti sc~suali e.on la propria compagna e riservare a deliberazioni cosc!enti la concezione d'un figlio. Essi non possono però can– cellare con i loro discorsi fatti evid~nti ». • In Italia, bene o male, i mezzi antilccondativi. sono usali già es1esamen- 1e: m:.l quasi soltanto dai ricchi, cioè proprio eia coloro che potrebbero anche per mettersi cli avere famiglie numerose, e che propagandano contro il controllo delle nascite in genere. t1 Tra la povera gente invece è assai diffuso l'aborto, che r.ippresenia lo e~t,·emo e disperato rimedio a cui ricorre la donna per interrompere lma gravidanza fuon tempo. E, quando purtroppo le gravidanze ed i figli si sus· seguono :,.enza nemmeno le pause innaturali dell'aborto, si hanno molti figli di cui pochi sopravvivono, con la rO\•ina fisica della donna e senza alcuna re– sidua utilità sociale. oppure soprnvvivono deboli, malati votati alla slessa vita di miseria dei loro padri». ti La "grande famiglia prosperosa, sana, allegra" è in ltalin una figura rettorica. Dove potrebbe esistere, la viltà dei padri e delle madri ricchi la pre– viene spesso se non sempre con gli ant:recondativi. Dove invece questi non sono usali, tr.i i poveri, la • grande famiglia» è così oppressa r\all'insufficien· za dd cibo, dalla casa malsana, dalla im1~ossibilità dell'educazione, che in es– sa viene dis1ruua l'unità e la serenità del "focola1·e domestico",~. ti E' quindi evidente che occorre agitare questo problema, anche se i preti slrill;rno. anche se i ricchi gridano alla morale ol1raggia1:1... L'azione è neces– saria in tutte le città, nelle campagne, nel nord e nel sud, dcvunque. Ed è ora che molti si impegnino in questa azione. Bisogna suonare d.i.ppcrtutto le cam– pane a martello ». ( ...) Bisogna agire, riaffermare il controllo delle na~cite come' mezzo per assicurar~i una famiglia armonica, fondata sull'amore e voha naturalmente a concretizzar~i nei figli, ma solo in quel numero di figli che si possono MANTE– NERE E EDUCARE,. In seguito nacquero in diverse città italiane (per prime Torino e Milano) 692
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