Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967

Questo giudizio si trova nell'opuscolo «Controllo delle nascite» di Cesare Zac• caria e Giovanna Berncri, un lavoro prezioso anche perchè dimostra una volta di più che gli anarchici furono coscienti, pralicamente soli dopo la Liberazione. dell'importante problema della generazione cosciente: lo scritto è stato infalli pubblicato a Napoli nel 1948 nella collana «Quaderni di Rivoluzione Libertaria» e costò un processo ai suoi autori. Di questo opuscolo é del resto indispensabile citare, a distanza di vent'anni, un buon brano della ferma introduzione che precede l'esposizione scientifica. «In questa Italia sovrapopolata dapprima dalla miseria e più ancora, infine, dalla politica demografica del fascismo e dagli scrupoli della Chiesa. tra le mise• rie lasciateci in eredità dalla guerra, nessuno degli uomini politici -cprogressisti» si è occupato del problema di contenere le nascite, di proporzionare I~ ramiglie alle loro possibilità di vila. V'è anzi tra essi chi trova «anacronistico» parlarne oggi, dato che i preti sono al governo e sono quasi i padroni assoluti di tutta la nostra vita sociale. Si riconosce tuttavia che «il vero grande problema è quello di equilibrare la popolazione con i mezzi di sussistenza», e che «affinchè sussisterà l'attuale squilibrio dovuto ad una popolazione eccedente di 10 o 15 milioni d'indi– vidui, in aumento di circa mezzo milione all'anno, non vi sarà Governo, Partito, programma, piano. riforma, rivoluzione, capace di risolvere o di attenuare la cronica miseria dei lavoratori italiani». Ma ci si volge dall'altro lato, o si ficca la testa nella sabbia, come lo struzzo E ci si indirizza alla «valvola di sicurezza» dell.'emigrazione ...». «Noi - è quasi superfluo avvertirlo - non pensiamo che il controllo delle nascite, anche se venisse integralmente realizzato, potrebbe da solo risolvere i mille altri problemi sociali la cui soluzione è legata ad un cambiamento radica– le della attuale società. Anzi, pensiamo che lo stesso controllo delle nascite si jmpianterà in senso integrale soltanto quando si riuscirà a dare un taglio chirur– gico a questi problemi, con la rivoluzione libertaria. Ma tuttavia sentiamo l'ur– genza e la utilità di additare questa via d'azione al popolo: da una parte perchè la diffusione del controllo delle nascite nelle famiglie povere attenuerà l'intolle– rabile miseria p1·escnte, la quale abbrutisce invece di eccitare a ribellarsi - e dall'altra parte perchè vediamo che porsi su una tale strada. che è strada di lot· ta contro i pregiudizi L'.Onlro i padroni contro i preti contro i governanti, già è di per sé un atto di liberazione»,. «L'italiano povero che oggi si sente spinto a bussare alla porta d'altri padro– ni nel mondo, sapendo che vi troverà lavoro ma anche sofferenze e solitudine, farà un atto virile ogni volta che come primo passo si deciderà invece a pensare da sé a quanto può risolvere da sé, evitando di mettere al mondo altri figli i quali costituiscono per lui una catena che si perpetua nei suoi discendenti». «Contro ogni propaganda per il controllo delle nascite si pongono tra noi, prima di tutti, i preti e le Chiese. Essi non ·si contentano di ripetere pensieri che paiono profondi e son sciocchi, come la nota idea di Tertulliano che « impe· dir di nascere è un omicidio anticipato"· Non si content;mo di p,·edicare la «fe· licità delb grande famiglia» ai poveri, ripetendo loro di contare sulla Provvi- 691

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