Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967
LA CONCEZIONE EDUCATIVA DI MAX STIRNER M AX STIRNER, pseudonimo di Giovanni Gaspare Schmidt, espo• ne la sua concezione educati\'a in una delle sue quattro dissertazioni dal ti– tolo «li falso principio della nostra e– ducazione ovvero Umanismo e Reali– smo», apparsa nei supplementi della « Gazzetta del Reno» ai numeri 100, 102, 104 e 109 dei giorni IO, 12, 14 e 19 Aprile del 1842, ristampata per la pri– ma volta nel primo quaderno della 6.a annata della « Nuova Rivista» (La sce– na libera) di Berlino, nel Gennaio 1895, da J. H. Mackay. Il problema delle due culture già si era presentato a Stirner, il quale affer– ma: « Colui che possede\.'a la cultura diventava, in grazia di essa, tm padro– ne degli ignoranti». La cultura classica fin d'allora era prerogativa dei padro– ni, di coloro che comandavano. Con la diffusione del razionalismo del XVTII secolo cominciò ad essere richie– sta una istruzione per tutti. ]I realismo nasceva con l'esigenza di orentare i giovani verso studi pratici, utili alla vita. Respingendo le forme classiche della cultura, si respingeva conseguentemen– te il dominio dell'autorità della classe dirigente. Si trattava ora di -::onciliare la scuola con la vita. Con la cultura realistica si affacciavano i principii fondamentali dei diritti dell'uomo: la uguaglianza e la libertà. Però - osser– va lo Stirncr - il comprendere ti pas– sato, come l''umanismo insegna a fare, e l'abbracciare il presente, come vuol fare il realismo, conduce l'uno e l'altro a dominare le cose temporali. Per Stir– ner sia quella dell'umanismo che quel– la del realismo sono due posizioni uni- laterali: il realismo, infatti, per non cadere nell'empirismo o peggio nel ma– terialismo, deve riconciliarsi con J'uma– nismo, cioè deve porre come suo scopo essenziale l'educazione formale per no– bilitarsi. Dopo queste premesse di di· fesa della cultura formale, (!ella astra– zione, bistrattata dai cosiddetti reali– sti, lo Stime,· si pone la domanda: « Vogliamo noi affidare la pedagogia ai filosofi? No, affatto! essi si compor– terebbero abbastanza goffamente, La pedagogia deve ve1tire affidala soltanto a coloro che sono più che filosofi, e quJndi anche infinitamente JJÌÌ.I che rea– listi o umanisll ». Problema quello dell'autonomia della pedagogia oggi tanto vivo e dibattuto dopo la parentesi idealista che voli.:: unificate filosofia e pedagogia, morti– ficando il valore autentico di qucst'ul-– tima scienza. Lo Stirner comprende che anche la scienza non deve avere un valore assoluto e contro la posizione dei realisti afferma: « Una scienza che non si purifichi e non si concentri così da diventare volontà, o in altre parole una scienza che mi aggravi soltanto come una proprietà in luogo di fonder➔ si completamente con me, così che l'Io, libero nei suoi movimenti, non appe– santilo da nessuna sua 1>roprlctà che gli si trasclnJ dielro, percorra il mondo con liberi sensi, ossia una scienza che non sia diventata personale, dona una miserabile preparazione alla vii a » ( •••). « Sollanto nell'astrazione è la libertà: l'uomo libero è unicamente quello, che ha superalo Il contingente e ha di nuo– vo radunato nell'unità del s\J.o lo per– fino le cose che, interrogando i1 conti– gente, ne ha fatto venir fuori ». Quale, 661
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