Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

affari in comune, a meno che ciò non sia reso necessario da eri-ori o da fatti cli \'iolenza. Grazie a questa constatazione, spariscono di colpo gli scopi princi– pali della diplomazia, così misteriosa e complicata, che ha Occupato sin qui la attenzione di tutti i nostri governi; sono diventati superflui gli ufficiali di terra e di mare, gli ambasciatori, i consoli, tutti gli artifici escogitati per mantenere in iscacco gli altri popoli e penetrare nei loro segreti; le stesse alleanze e controal– leanze non servono pili a nulla» (569). 3 Ma come si assolverà, nelle società avvenire, ai compili che incombono oggi allo Stato? ~ Di tali compiti soltanto due hanno un fondamento plausibile; in primo luogo, quello che consiste nella riparazione dei torti commessi in danno di singoli individui» (564); poi il componimento amichevole delle controversie che possono sorgere fra ten-itori differenti (566), e infine« la difesa comune con– tro gli aqacchi esterni » (564 ). « Di tulli i deui compiti, solo il primo può ritenersi ineliminabile. Potreb– be rimediarvi una giuria per giudicare le offese recate alla salute o alla proprie– tà di uno dei membri della società» (564-565). Tale tribunale non avrebbe da statuire in forza di nessun codice, ma unicamente in virtl1 della ragione. (773, 778, 780). « Sarebbe forse facile ad un criminale di fuggire da un territorio sì ristretto della giurisdizione e si potrebbe ritenere pertanto necessario che i can– toni e distretti limitrofi fosserb governati in modo simile, o per lo meno che si riunissero per eliminare e correggere un delinquente la cui azione potesse loro riuscire nociva non meno che a noi. Ma per ciò non occorre che vi sia una con· vcnzione cd ancor meno un potere supremo comune. La giustizia generale e lo intere.ssc comune costituiscono un legame assai più efficace fra gli uomini che una quasiasi pergamena firmata e bollata» (565). 11secondo dei compiti sopraccennati non si presenterebbe che ad intervalli. «Delle controversie fra le diverse comunità costruirebbero il colmo dell'insensa– tezza anche se non è escluso che potrebbero ugualmente prodursi. Per sistemar– le, occorrerebbe il consenso dei vari territori, onde mettere nel miglio1· valore i dettami della giustizia e perchè, occorrendo, le sue decisioni potessero essere effettivamente applicate» (566). « Gli attacchi dall'esterno, poi, farebbero sorgere anche la necessità di intese analoghe a quella cui abbiamo accennato 01· ora. Onde farvi fronte, si dovrebbero tenere delle assemblee nazionali periodiche, delle riunioni cui spetterebbe di dirimere le controversie fra le varie comunità e di stabilire le misure più idonee a respingere gli attacchi dei nemici» (573-574). « Bisognerà peraltro farne l'uso più limitato possibile», poichè in tali riunioni le decisioni spetterebbero alla maggioranza; « se tulio procedesse per il meglio, sarebbero i cervelli più deboli a determinare l'esito della votazione, e spesso i motivi i menoi legittimi potreb. bero determinarla» (568-569, 571-572). Inoltre, i componenti di tali riunioni sono per lo più soggetti all'influenza di cause del tutto superficiali ed esteriori an· zichè della libera riflessione (569-570). Essi sono di più costretti a perdersi in rutilità, non trovandosi così nelle migliori condizioni per giudicare le questioni in base alle prove genuine dei fatti (507-571). Per queste ragioni,« tali assemblee nazionali dovrebbero riunirsi soltanto in vista cli casi eccezionali, come avveniva 654

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