Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967
LO STATO Avendo ripudiato il dlrillo, Godwln deve necessariamente ripudinre anche lo Stato; e dlfatli egli vede in quest'ultimo un istituto ghlridico fra i ph'1 avversi al bene universale. Lo Stato si basa sia sulla forza, sia sul ciiritto divino, sia sopra un contratto (140-141), Ma« la prima supposizione equivale evidentemente alla rinuncia com– pleta ad ogni giustizia eterna cd assoluta, poichè con essa si ammette la Jcgitti– mità di ogni governo che disponga della fon;a occorrente ad imporre le proprie norme. Essa capovolge le scienze sociali e sembra raccomandare agli uomini di sottome11ersi supinamente a tulli i mali senza cercare di porvi rimedio. La seconda ipotesi invece è, equivoca: poichè o essa ha lo stesso significato della prima, facendo derivare da Dio ogni potere esistente; oppure essa non avrà va– lore se non quando disporremo di un indizio che ci permetterà di distinguere i governi che DiO approva da quelli che non approva» ( 141). La terza ipotesi infi– ne vorrebbe dire c-he si può « conferire ad altri la direzione della propria co– scienza e la scelta dei propri doveri» (148). « Noi però non possiamo peraltro rinunciare alla nostra Bulonomia morale; essa ccstituisce una nostra proprietà inalienabile ed inct:dibile; per questa ragione nessun gov<:!rno puù far derivare il suo potere da un contratto primitivo» (149). « Ogni governo corri'iponde sino ad un certo punto a quello che i Greci m1tichi chiamanmo tirannide. Con questa sola differenza, che nei paesi gover– nati dispoticamente la pressione che il potere esercita sullo spirito è uniforme; mentre nelle repubbliche lo spiriLO rimane più mobile cd il potere segue con maggiore racilità i moti della pubblica opinione» (572). « L'esistenza di istituti governativi provoca sempre - in una certa misura - una limitazione dcila mo· bilità dello spirito ed un ostacolo ai progressi di quest'ultimo» (185). « Non scordiamoci mai che ogni governo è un male, poichè equivale all'::ibdicazione ciel nostro llbcro giudizio e della nostra coscienza» (380). Il bene universale richiede che allo Stato venga sostituito un assetto sociale basato esclusivamente sulle norme Ispirate al concetto del bene di tutti. 1 · Dopo l'abolizione dello Stato, gli uomini seguiteranno a convivere in so· cietà. « Bisogna distinguere tra Stato e società. Gli individui si riuniscono dap– prima per assistersi reciprocamente» e soltanto più tardi comincia a manife– starsi in queste comunità la coercizione, come conseguenza degli errori e della caLtivcria di alcuni dei loro componenti. « Società e Stato differiscono fra loro, oltrechè per il !oro carattere anche per la loro origine rispettiva. La società è nata dai nostri bisogni, lo Stato dalla nostra malvagilà. La socie1à è un bene, lo Stato tutt'al pii:1un male necessario» (79). Ma che cosa manterrà gli uomini a freno in una « società senz~ governo»? (788). fn ogni caso, nessuna promessa impegnativa. (163). « Nessun., promessa può impegnarmi; poichè o quello che ho promesso è cosa buona, ed allora do· vrò farlo anche senza esprimere .:1lcuna promessa; oppure è cosa catliva, ed allo· 652
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