Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967
LA BASE Secondo Godwin legge suprema dell'uomo è il bene universale. ln che consiste il bene universale? « La sua essenza è subordinata a quella del nostro animo» (30). « li bene è immutabile e rimarrà tale fìntamochè gli uomini saranno degli uomini » ( 150). « Esso è favorito da tutto ciò che allarga le nostre cognizioni, stimola la nostra virtl.1, ci riempie di un nobile sentimento d'indipcridenza e allontana dal nostro cammino tutlo ciò che potrebbe intralcia~ re la nostra attività)' (90). 11 bene universale è per noi la legge suprema, « li dovere non è altra cosa che il modo migliore con cui il singolo può ser– vire il bene di tutti» ( 101). « La giustizia comprende tutti i diritti morali» (ISO, 80). « Se essa deve avere un senso non può essere che questo: è giusto che io conti·ibuisca il più possibile al bene di tutti» (81 ). « La virtù è il d1.:siderio di aumenta1·e la felicità di tutti gli esseri ragionevoli; ~ quan10 maggiore è questo desiderio, tanto più grande è la virtù» (254). « La perfezione di questo sentimen. to ci porla ad una disposizione d'animo per cui ci sentiamo parimenti felici del bene fatteci dagli altri quanto da quello che compiamo noi stessi» (360-361). « TI vero saggio» non ricerca che il bene universale. « Non lo spingono nè l'egoismo nè l'ambizione, nè la ricerca degli onori, nè quella della gloi-ia. La ge– lQsia gli è estranea. Ciò che gli turba l'animo è il confronto fra quanto gli è stato dato di fare e quanto ancora gli resta di fare, e non fra quanto è stato fatto da lui e quanto han potuto fare gli altri. Egli sente l'obbligo cli operare per il bene di tutti; ma il bene egli lo concepisce come un fine assoluto, e quando sia stato compiuto da altri, il saggio non ne risente alcun dispiacere. Egli considera ognuno come un collaboratore, nessuno come un rivale» (361 ). IL DIRITTO Dal punto di vista ciel bene universale, Godwin ripudia il dirillo non soltan· lo in quanto risponda a delle circostanu eccezionali contingenti di luogo e di tempo, ma bensì in modo assoluto. «li diritto C un'istituzione dagli effetti più perniciosi» (771). «Se si comincia a legiferare, non se ne viene più a capo. Gli atti umani sono tutti dissimili tra loro e diverso è il loro grado di nocumento a di utilità. Messa di fronte a casi nuovi, )a legge sì dimostra insufficiente. Occorre quindi foggiare delle !eggi nuo– ve. I! libro in cui si trovano scritte tutte le ordjnanzc del diritto aumenta ogni giorno di volume e presto il mondo sarà troppo esiguo per contenere tutti i futuri codici» (766-767). « L'incertezza delle leggi è una conseguenza naturale del loro numero infinito. Fatte perchè ognuno potesse sapere come agire in date circostanze, esse lasciano nulla meno in dubbio i legisti circa l'esito di un pro– cesso» (766). «Aggiungasi il carattere profetico del diritto che ha per compito di spiegare come gl'inclividui si condurranno nel futuro e persino quello di sta– bilire in precedenza la loro condotta» (769). «Spesso noi intendiamo pe1· diritto la saggezza dei nostri padri, il che è un'illusione delle più curiose. Il diritto era 650
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