Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

LA RUCHE Un'opera è dunque fondata, che ha bisogno, da parte del suo creatore, di sforzi enormi dal punto di vista della sistemazione. Il suo nome è LA RUCHE (i'ALVEARE). Non si può parlare né di scuola, né di orfanotrofio, né di pensionato, ma piultosto di una vasta famiglia, di una specie di comunità. Come è facile im• maginare, dalla fondazione, le «autorità» invitano prima, intimano poi a S. Faure di regolarizzare ufficialmenLe la situazione de La Ruche. S. Faure rifiuta, dicendo che la Ruche non è paragonabile alle unità scola· stiche previste dalla legge, che essa è una vasta famiglia che limita l'insegna· mento ai suoi fanciulli e che non può conformarsi alle formalità previste dalla legge. L'Accademia si arrende alle sue ragioni, ma ritornerà alla carica 8 anni do– po, nel 1913, con gli stessi argomenti, e S. Faure procederà ancora allo stesso modo. La situazione restava la stessa: «li legislatore ignora la Ruche e la Ruchc ignora il legislatore». Per la stessa ragione e nonostante l'attrattiva che avrebbe potuto compor· tare, la Ruche non fu mai sovvenzionata. Non mancarono tuttavia delle persone tanto gentili quanto qualificate che proposero a S. Faure di appoggiare una domanda di sovvenzione. Egli rifiutò sempre, convinto che una qualsiasi sov· vcnzione, anche se accordata senza conclizlone, sarebbe. stata sempre una palla al piede. Per questo motivo la Ruche non ebbe mai una sovvenzione comunale, né dipartimentale, né, a più forte ragione, nazionale. Come viveva dunque la Ruche? In mille modi. Con i benefici delle confe– renze di S. Faure e coi lavori effettuati in seno alla piccola comunità, lavori che erano venduti all'estero (stamperia, rilegatura, libri. mobili, ccc.) e anche, sebbene in piccola parte, «con piccole sovvenzioni, aiuti che venivano da ogni parte, da gruppi, sindacati, cooperative, associazioni massoniche e, in maniera più generale, da tutti i gruppi d'avanguardia» (2). LA COMUNITA' All'inizio contava una ventina di persone: ragazzi dai sci ai tredici anni, e collaboratori; poi la Ruche presto triplicò la sua popolazione che raggiunse una quarantina di ragazzi dei due sessi (di «api», come li chiamava S. Faure) e una ventina di collaboratori. I ragazzi che venivano ammessi lo erano a titolo gratuito; questo però non impediva ai genitori, che lo potevano, di versare un pò di denaro alla scgre· teria - senza però essere un obbligo Quel denaro, del resto, non era destinato al mantenimento dei loro figli soltanto, ma a quello di tutti. Tutti i ragazzi, è inutile dirlo, eranQ trattati sullo stesso piano di uguaglian· (2) J. HUMBERT - S, Faure, l'houune, l'a~tre, une époque, pag. 189-201 (Ed. du Libcrtaire. Paris. 1949). 643

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