Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

si ad ogni cambiamento - è in conti· nua evoluzione. Quolidianamentc, de· gli idividui producono nuove opere cul– turali, mettendo in questione delle e· speri~nze acquisite. f conflitti, in seno ad una skssa società, si permeano di conflitti culturali, ccme ad esempio, i conflitti di classe che si nutrono di conflitti ideologici. Se, attualmente, una minoranza di intellettuali e di ar– tisti produce la cultura, ogni individuo è portato a porsi in relazione con l'am– biente culturale. Noi possiamo distinguere, nella cul– tura come nella coscienza, due: livelli: un livello preoggettivo, corrisponden· te press'a !JOco al campo dell'arte e della letteratura nel senso corrente del. la parola, ed un campo riflessivo, cor– rispondente alla scienza (conosccn.la oggettiva del mondo) ed all'ideologia (riflessione del gmppo sociale su se stesso), in cui la parola ideologia è presa nel suo senso marxiano. Poichè questo studio molto schema· tico della cultura non ha altro scopo che di permettere la discussione della interiorizzazione per il bambino delle strutture riflessive del mondo in cui esso vive, torniamo a questo problema. Il bambino riceve dal mondo esterno le regole del pensiero logico ed i pro– dotti della riflessione degli adulti. Ciò suppone innanzitutto la sua capacità di riceverli. Il bambino che, sia a cau– sa di una deficienza genetica, sia a causa di carenze affettive od educative nE'lla sua prima infanzia. sia in seguito ?.d un deterioramento organico o psi– chico, è m stato di arretratezza menta· le, non potrà andare molto lontano nel. l'acquisizione di queste sovrastrutture. Il bambino normalmente o superior· mente dotato aspetterà, per il fallo stecso della sua maturazione psicolo– gica, una capacità di percezione oggct• tiva del reale. Questo adattamento al reo.le struttura la sua riflessione pro– ponendogli un modello: le stru1 ture concrele delle cose percepite, essendo queste strutture espresse nel linguag· gio quotidiano nel quale egli è immcr• so. 1 on si può dunque separare la struttura delle cose dalla loro rappre– sentazione per mezzo della lingua, e ciò pe1·chè ogni lingua suddivide il reale in modo particolare. Questo linguaggio porta in sè stesso una certa logica immanente ( 15) e rappresenta le cose solo con un certo grado di astrazione (16). li bambino, scoprendo l'uso di un nuovo mezzo intellettuale - quin– di un nuovo potere ed un aumento della sua autonomia - se ne serve e giuoca con esso con passione E' l'epoca in cui si diverte a rilernre tutte le illogi~ cità del discorso degli adulti. E' tuttavia in questo discorso degli adulti che egli trove,·à la fonte delle sue conoscenze sul mondo, sulla socie– tà e su se stesso. Questa relazione, in c~1i il verbale prenderà una parte di primo piano, senza pl'.r 1anto fare spa– rire i modi di relazione più primitivi, SI rutturerà l'adulto (uturo. L'atlività strutlurante si svolge su diversi piani. Sul piano affettivo, si ha la continuazione di ciò che è stato dc– sc, itto precedentemente. Il soggetto è in 1·elazione verbale e non verbale con il suo ambiente (famiglia, amici, etc.), relazione struttunita dal comportamen– to degli individui che esprimono il lo– ro essere al mondo in questo compor– tamento. 11 soggetto si determina in rappono al significato che egli dà al comportamento degli altri. Inoltre, il soggetto vive una situazione sociale ca. 633

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