Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

sotto il pensiero riflesso e, se questo si allenta, esse riprenderanno il con– trollo del compo1·1amento. La ri(iessio– ne stessa manipola delle informazioni già cifrate dalla percezione di cui ab– biamo visto che questa cifratura era :i.ssicurata da matrici generative inco– scienti. La riflessione, col trattamento logico dell'informazione, potrà cambia– re il significato del vissuto fornito dal– lo stadio inferiore. Noi vediamo appa• rire una dialettica dell'interazione fra due stadii. J comportamenti saranno determinati dal risultato della doppia cifratura dell'informazione, cifratura :-iffettiva e razionale. Si potrebbe ridire, del pensiero ra– ;..:ionale, ciò che abbiamo detto del ca– rattere strutturato dell'affettività. Per rifleltere, bisogna 01·ganizzare l'infor– mazione in concetti e disporre di re– gole logiche di manipolazione dei dati. La coscienza riflessiva è dunque anche una struuura strutturante che org::i.niz– za l'informazione in forme significanti. Questa strutturazione dell'ìnformazio ne suppone che il soggetto possiede del– le griglie che permetteranno di cifrare e di decifrare l'informazione. Queste matrici generative sono incoscienti du. rante il loro funzionamento, anche se il pcsicrn logico, prendendo se stesso per oggetto, può conoscere esso stesso le regole del suo funzionamento. La si– tuazione è paragonabile a quella del linguaggio. Non è necessario conoscere 1::i.linguistica per parlare. Così come non 0 necessario conoscere la logica per riflette1·e. l concetti e le regole di trasfomazione e di manipolazione di questi, il soggetto li trova nella cultu– ra della società nella quale vive. Egli è immerso in un mondo socio– culturale oggettivamente strutturato. 632 Abbiamo visto, come questo mondo ha un significato per il soggetto ed in che modo esso è il suo mondo al livello prc-oggettivo. Sappiamo così che que– sto mondo, indipendentemente dal sog– getto, possiede una sovrastruttura cul– turale. La cultura di un gruppo sta al gruppo come Ja coscienza sta all'indi– viduo, con la differenza, per la cultu– r.:i, che essa è materializzata sollo for– me di realizzazioni di oggetti, come i miti, le opere d'arte, i codici, i ritu.:lli. L'analisi di questo materiale cultu– rale rivela che egli è strutturato e che le sue struuure significano le relazio– ni degli uomini col mondo e fra essi, nozione classica dopo Marx (Il) ed approfondita recentemente da Levi• Strauss ( 12-13-14). Ma, come ricorda Sartre (2), ogni opera ha un auto• re (o diversi). La cultura è costituita dalla stratificazione delle parole e de– gli oggetti prodotti dagli individui e ripresi da altri. Prendiamo, per esem– pio, una religione: essa ha un fondato. re e la sua parola è stata ripresa, com– mentala, interpretata, da generazioni di teologi e di preti. Essa fa parte di una cultura solo nella misura in cui h:'l dei seguaci, oppure nella misura in cui essa influenza ancora i modi di pensiero, i comportamenti degli indi• vidui. La Francia ha una cultura in parte cristiana, perchè vi è in questo paese un buon numero di persone che credono in questa dottrina e perchè la mor.'.lle corrente è impregnata di va– lori cristiani accettati da un buon nu• mero di non credenti incoscienti della origine di questi valori. Una cultura, in una società calda - cioè in una società che tende a evol– versi rapidamente, per opposizione al– le società fredde che tentano di oppor-

RkJQdWJsaXNoZXIy