Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

za drlcssiva oggettivamente della ra– gione, che questo conmtto può essere superato ed insieme conservato. In questa fase della sua esistenza, il bambino va quindi ad interiorizzare un certo numero di condotte sociali, lin– gtiaggio, usanze di pulizia, abitudini alimentari, ecc. Nel contempo arricchi– rà i suoi mezzi di comunicazione e di azione. Poichè il mondo del bambino conserva, per lui, un significalo diver– so di quello degli adulti, si avrà l'ac– cenno dei due livelli di significato che noi abbiamo analizzato nell'adullo nel nostro precedente articolo. La discor– danza del significato nel bambino e del significato nell'adulto determinerà dei conflilli. Questi conflitti sono vissuti nella relazione bambino-adulto. I geni– tori, animati dallo scopo di fare del loro bambino un adulto adattato alla società, tenteranno di modellare il comportamento del bambino secondo un modello che si potrà chiamare co– modamente il loro ideale dell'altro. Questo modello esprime un modello proposto dalla società, interiorizzazio– ne dei tabù e dei riti sociali. corrispon– denti al gruppo. Questo modello, di o– rigine sociale, è ripreso dagli educatori, rimodellato in funzione del modo in cui essi lo percepiscono, dei loro pro– getti personali. Nelle famiglie della so· cietà occidentale contemporanea, pa– recchie persone concorrono all'alleva– mento dei bambini, ed ognuna vi ap– porta la propria impronta, talvolta contraddittoria con quella degli altri. Le relazioni fra i genitori, essendo es· se stesse il prodotto di un conflitto fra un modello sociale di struttura fa– miliare ed i progetti personali dei contraenti, sono percepiti dal bambino che ne utilizza le contraddizioni per il 628 meglio dei suoi interessi o, al contra– rio, vi scopre uno stato di insicurezza per lui stesso. Gli adulti agiranno sul mondo del bambino, in più di una a– zione diretta, con la mediazione degli oggetti del mondo che essi producono e cambiano, come il mondo sociale agirà su di loro mettendoli in situazio– ne, rispetto alle strutture economico· sociali dai contenuti evolventi senza posa. Degli oggetti così importanti per il bambino come i giocattoli sono pro– dotti socialmente_ [l giocattolo signi· fica il mondo che lo produce e, ogget· to di consumo, significa la situazione, non direttamente del consumatore (bambino), ma del mediatore (i geni· tori che lo procurano al bambino). Quanto all'azione del mondo sull'adul– to ne riparleremo ancora. Di fronte agli adulti (in preda alle loro contraddizioni e che mirano al bambino nel loro progetto), il bambi· no. Questo percepisce il mondo che lo circonda e gli dà dei significati centra– ti su lui e si percepisce in una relazio· ne con gli adulti, situazione prodotta da essi stessi e che egli dovrà utili22a– re in funzione dei suoi propri fini e tentare di modificare. I fini perseguiti dai genitori e quelli del bamino sono in rapporti estremamente variabili, dall'identità all'antinomia. Identità: per esempio, la soddisfazione dei biso– gni materiali del bambino, il desiderio che questo divent-i adulto (teoricamen· te, almeno, e realmente in assenza di nevrosi in(antile o parentale), etc_ Antinomia: quando il bambino, come lo ha ben visto Freud, ricerca la soddi– sfazione immediata dei suoi bisogni materiali o affettivi, mentre gli educa 4 tori esigono che il bambino si sotto· metta ai divieti, regole ed obblighi,

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