Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

di di problemi psicologici dello svilup– po del bambino in Freud (5), Piaget (6). \'allon (7). Noi ricorderemo qui solamente qu.1lchc dato fondamentale. Affinchè il bambino possa fare que– sti apprendimenti, è necessario un :,m– bientc umano, come provano alcune o-;scrvnzioni di bambini che sono vis– suti tra animali e che non pervennero mai, malgrado ulteriori tenlativi, a camminare e ad apprendere la lingua umana. Risulta da queste osservazioni clic le strullure acquisite in questo pe– riodo sono fissate dall'evoluzione fisi– co-psicologica. Tullo manca di un a1>– prcndimento, per esempio di quello della parola a causa di una sordità temporanea abbastanza prolungata, che sarà estremamente difficile ripren· etere. Ciò è confermato dallo studio delle nevrosi che Freud ha mostrato come sì strullurano in questa fase (nevrosi ossessiva). Il loro trattamen– to psicoterapico è estremamente diffi– cili.: e fallisce nella maggioranza dei ca,i, mentre le strutture patologiche, di formazione più recente della nevrosi O%cssiva, sono molto più accessibili alla psicoterapia. Si vede, da questi esempi, che in questa fase l'azione strutturante del· l'ambiente è primordiale. Ciò si com– prende facilmente se esamineremo più da vicino l'apprendimento. Prendiamo, coml! primo esempio, il linguaggio. L'apprendimento del linguaggio pre!>up pene tre condizioni. Innanzitutto una condi1.ionc neuro-fisiologica: il bambi· no deve essere capace di intendere il suono, poichè ogni sordità determina il mutismo. Egli deve essere capace di coordinare i movimenti complessi del· \'apparato fonico per articolare la se– rie di fenomeni costituenti il linguag- 626 gio (prima di un anno il bambino e· mette a casaccio fonemi inarticolati) Ciò suppone che sia capace di struttu– rare la \'OCe, che costituisce il linguag– gio, in forme (serie di fonemi articola– ti) e di riprodurre queste forme sono· re. Ciò ci conduce alla seconda condi– zione. Per scoprire p.irole nel rumore del mondo, occorre che esse siano pre– sent i, cioè che il bambino senta gli é.l– tri parlare, e quindi che il suo udito sia intatto e che gli adulti gli parlino. Ma ciò è ancora insufficiente. L'essenza del linguaggio è quella di significare e di designare gli oggelli del mondo e poi, più tardi, concetti astratti. E' dunque necessario che il bambino sia capace di scoprire nel mondo oggetti di cui abbiamo dimostrato che si pre– sentano alla coscienza come forme si– gnificanti, ciò che suppone, come ab– biamo dimostrato, che sia edificato lo schema spaziale e questo stesso sotto la dipendenza dello schema corporale. La capacità di strutturare lo spazio in oggetti, in forme significanti, inclu– de, fra l'altro, quello di strutturare og– getti sonori significanti, le parole. In effetti, abbiamo vi:,to precedentemen– te che la percezione del neonato è in· differenziata. Non c'è quindi associazio– ne di percezioni visivi.:, sonore, tattili, ecc ... ma, al contrario, differenziazioni progressive di strutture polisensorìali nel seno di una massa amorfa e mo– bile di sensazioni. Il riconoscimento di una forma come visiva, auditiva, ecc. è testimone quindi di una strutturazio– ne del mondo 1>ercet1ivo. Il problema di sapere come il significato si associa alle parole è dunque un falso proble– ma, una domanda mal posta. Non vi è associazione, ma differenziazione di un insieme organizzato di informazioni

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