Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

l'Io e del Super-Io, ed anche la riduzio– ne del vissuto al sessuale e alle rela– zioni parcn1ali. Considerando l'indivi– duo come progetto, struttura di signi– rica10 ,relazione di sé al mondo ed agli ~llri sulle forme sia economiche, che socio·culturali, sessuali, ecc. - come abbiamo climoslrato preceden1emcn1e - la nostra psicanalisi studia la costi· tuzionc di questi progetti, di queste S!rutture, cli questi sistemi di relazio• ne su tutte le forme, e loro messa in opera nella percezione, nella riflessio– ne e nell'azione nel mondo. 11progetto di una tale psicanalisi è il vis~uto dell'individuo così come si <là nel discorso della prassi del soggel– to. un vissuto oggettivato alla riflessio– ne dell'analista che tenta di liberarne il significato per il soggetto, un signifi– cnto restituito al soggetto in un modo obbietlivo percepibile dalla coscienza riflessiva di quest'ultimo, una percezio– ne che lo porta fatalmente ad un rico– noscimento di questo significato che, come abbiamo visto, gli restava scono– sciuto nell'assenza di questo sotterfu– gio dell'analisi. Questo metodo è sta– lo formulato nelle sue grandi lince da J. P. Sartre sotto il nome di Psicanali– si eslstcnzlalc ne «L'Eire cl le Néant» e precisata, nella sua applicazione alla critica letteraria, nella introduzione al– l'opcr.1 di J. Genet «Saint Gene1 comé· dien et martyr• {I) e ripresa, a fine di critica sociale nella «Question dc me– thode• (2). Contrariamente ai freudia– ni che restano in una ignoranza volon– taria fondata su un disprezzo superbo della psicologia scientifica, noi non e– siteremo a fare appello alla psicologia dell'infanzia, sperimentale o clinica, e neanche ad alcuni apporti freudiani, non senza però epurarli dalle intcrpre_ 624 to.zioni unilaterali degli autori. La psi– canalisi esis1cnzialc non riassume in sè soltanto l'antropologia diacronica. Es– sa è evidentemente solo un metodo di analisi individuale, se \'Ogliamo attac– care i problemi sociali, ciò che non è nostra intenzione nello scrivere que– sto saggio. Essa dovrebbe cedere il passo ad altri metodi più appropriati per questi problemi. Ma, nella prospet· tiva - che qui ci occupa di studiare la società unicamente in ciò che essa è rifratta dall'individuo che la vive - essa è il metodo di scelta. Analisi individuale abbiamo detto, ma ciò non significa che i problemi so. ciali siano assenti. In effetti, l'uomo viene al mondo in una società che gli preesiste, è educato dagli adulti che partecipano alla vita di questa società, sarà, durante la sua esistenza, in una :-ocietà con la quale manterrà dei rap– porti dialeuici. Ciò che noi abbiamo di mira, parlando di antropologia indi– viduale, sono giustamente questi rap– porti fra indi\•idui cd ambiente sociale. Il bambino umano che nasce è un essere estremamente immaturo. Non è per essere esalli, una tabula rasa od una cera vergine poichè è portatore di fattori ereditari che condizioneranno in parte il suo sviluppo; esso passiede nascendo certi comportamenti innati e modi di reazione all'ambiente. Ma ciò è poca cosa. L'eredietarietà è una serie di potenzialità che la vita svilup– perà o no. I comportamenti del nuovo nato sono mollo elementari e mirano ad assicurare la sua sopravvivenza im• mediata in condizioni normali: sono degli automatismi, dei riflessi, di cui alcuni riguardano l'alimentazione (ri· flessi di suzione), altri sono segnali mi. ranti a prevenire l'ambiente dello sta-

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