Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967
V. Per un'etica della prosl>ettlva. EH_ ca come estetica. Al di là di ogni considerazione utili– taristica o razionalistica del dovere, credo che una interpretazione dell'eti• tica da] punto di vista vitale (della vi– ta umana) superi il materialismo del• l'una e l'astrattismo dell'altra conce• zionc. Invero se l'etica è un problema se· conciario della vita umana. proprio per questo deve derivare la !:>uavalidità dalla « realtà radicale e plenaria •. Se invece la si considera come il proble• ma fondamentale e radicale per ogni ulteriore considerazione, dappoichè non ci possono essere due realtà radicali allo stesso titolo, vuol dire che il pro– blema della vita finisce con l'identificar. si col problema etico. Ed infatti cos'al· tro può essere l'eticità di una vita se non la coincidenza di essa con sè stessa, col suo programma vitale di au. tcnticità? Si pone la necessità di con• ccpire, dunque, un'etica della prospct• tiva, ove il supremo imperativo sia: « Coincidi con te stesso•. Non esiste un problema· etico in universale, cia– scuno deve rispondere di ciò che po– teva (non «doveva.,.,) essere per au• tcnticarsi e non è stato. All'uomo di grande fantasia e talento dobbiamo rimproverare la sua meschina vita di piccolo borghese, ed al petulnntc po· litico la falsificazione delta sua ,,ita autentica cli mandriano di greggi, men• tre non possiamo non prospettarci il valore elica di chi adempie la più u· milc professione. purchè autenticamen– te dal punto di visla vitale. L'eticità di una vita coincide dun– que con la autenticità, e poichè l'au· tenticità non è altro che la conlinua 598 necessità di una libera scelta, J'impe• gno costante nella produzione e crea– zione di moduli di vila che ci siano congeniali l'opera di immaginazio.oe che ci permette di creare attimo per attimo il nostro progetto vitale, ceco che l'etica si converte in estetica. VI. Per non concludere. Perchè allora, vien voglia di chiedere a questo punto, non siam tutti arti• sii meravigliosi di noi stc~si, perchè viviamo in perdila, o che è lo stesso, non siamo au1en1ici? Perchè i lopici o luoghi comuni si fondono ad una temperatura sempre più alta, perchè il livello dello spirito critico che alberga nella mente del· l'uomo medio tende a diminuire, per• chè nei grandi centri ove la civiltà schiaccia col benessere gli argomenti del buon senso e della ragione non esistono vocabolari ove sia riport:ita la parola « morali là•, pcrchè il proto– tipo d'uomo oggi di moda ama chi lo sfrutta ed odia chi vuole aiutarlo, per. chè l'imperativo sociale (odierno) è una delle forLC di maggior presa nei piccoli crani degli uomini della strada (sempre che, s'intende, non si rivolga contro lui personalmente), perchè il diritto è una delle forze più tar· digrade della storia e perchè i diritti dell'uomo hanno portato alla democrazia, che a dir di Platone signi· fica licenza. E perchè io non posso ..:oncluderc per gli altri, cui spetta se non altro lo sforzo di capire quali sono h.' forLe che ponano avanti il corso della sto– ria. ANTONINO LAGANA'
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