Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967

ltalia dello Stato confesssionale, che porga il braccio secolare al Santo Uffizio e riaccenda i roghi (rumori viVissimi), o che dia validità all'Indi– ce dei libri proibiti, o risottometta l'educazione della gioventù ai concet– ti gesuitici. Queste aspettazioni e queste speranze possono nascere ed essere coltivate in chiusi luoghi muffiti, ma non nel vasto mondo operoso, pieno di sole e di calore. Il pensiero moderno, adulto e robusto, sfida si– mili assalti o velleità di assalti e osserva ironicamente che t chierici stes– si hanno bisogno di attingere dai suoi tesori di sapere e dai suoi metodi e dal suo costume quel che loro serve per non fare meschina figura nel– la letteratura e nella scienza e nella vita sociale. Ma, certo, ricomince– ranno spasimanti e sterili lotte su tatti irrevocabili e pressioni e minac– ce e paure, e i veleni versati nelle anime dalle pressioni, dalle minac– ce e dalle paure. In questi ultimi mesi, lo ho avuto più volte occasione di sentir fremere il più violento anticlericalismo non solo e non tanto in quelli della nostra fede, ma in altri che sono, o uomini di governo, dalla vostra parte (rumori vivissimi); e ho ricevuto le confessioni di sacerdoti, che erano gravemente turbati e pensosi di quel che si preparava per le sorti della Chiesa nell'Italia e nel mondo. Voi direte che, a infrenare gli eccessi del clericalismo, si provvederà con nuove disposizioni di legge, e già qualcosa ne contengono gli altri di– segni che verranno in discussione dopo di questo. Naturalmente, diven– tato legge questo disegno, come accadrà anche senz~ il nostro voto, noi non potremo respingere quelle disposizioni che varranno a diminuire i pericoli. Ma perché prima allargare e poi frenare? Perché prima errare per Poi correggere? Per ora, si tratta di questo disegno di legge e non di altri che verranno; e su questo, -cosi come è precisamente formulato, sta– rno chiamati a dare il nostro voto. D'altronde, la necessità stessa di mo– dificare o meglio determinare o diversamente interpretare le disposizioni di esso, comprova appunto che l'equilibrio è sta.to rotto, e che ricomin– ciano i contrasti che i cosidetti concordati si tirano dietro e per i quali i vecchi giuristi napoletani del Settecento, cattolici ma devoti allo Sta– to, ne deprecavano i negoziati e la conclusione. Restano due obiezioni, che io chiamerei piuttosto due Ipotesi, e che, come ipotesi e non come effettivo pensiero degli uomini del governo, mi piace considerare per un momento, e che vi prego di ricevere solo come tali. e in quanto necessarie alla compiuta esposizione del mio pensiero. La prima è di coloro che salutano lietamente l'avvenimento che mercé questo disegno di legge si adempie, perché lo stimano fecondo di insperati ottimi effetti per l'avvenire, secondo il trito detto che dal mal~ nasce ·11bene e dall'errore la verità. Insperati e ottimi effetti, che varia– no dalla previsione degli anticlericali che per esso il Papato soffrirà quel– la fiera scossa che nessuna massoneria era stata capace di dargli, al– l'altra previsione più mite che il nu0vo e duro regime di difesa e cli offe– sa renderà chiaro ai chierici il gran vantaggio che era per essi nel regi- 579

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