Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967

vece che a servire. Alla fine vorrà dare il benessere all'umanità sacrificandola alla «produttività», cioè assoggettando l'uomo alla macchina, al congegno, al– l'apparato in modo da rendersi indi– spensabile e più che indispensabile, an– che in dipendenza dcli.i propaganda e delle ideologie ccntraliste fatalmente Così, questa ideologia tecnocratica, che è coerente, può diventare la forza di formazione di una classe se questi gruppi giungono a prendere coscienza del loro comune interesse e «giacchè si ha sempre la tendenza, coscientemente o meno, a '-ervire per prima i propri in1ercssi ..». Fin d'ora i tecnocrati prendono co– scicnz:-i dello. loro si1Uaz!one privilegia– ta in ragione, non soltanto del loro r~ddito, ma soprattullo del loro ruolo di élile. Essi sono «orgogliosi delle lo– ro esclusive competenze» e guardano con dìsprcao i profani e gl'incompeten– ti. Inoltre, le lcro runzioni consentono agli stessi un potere autoritario di deci– sione. 11 ruolo che essi hanno nella produzione e nell'amministrazio:-ie pub– blica conferisce loro un prestigio so– ciale che rafforza la loro presa di co– ,;;cicnw come èlitc. Si può dire che i g•·uppi tecnocratici sono socialmente differenziati dc1lle altre classi e che si possoP0 ben slruitur:tre in classe; e che 1xonomicamenl..'! dispongono in 1·eailà di un potere discrezionale. Biso– g1rn quindi -:-onsidcrnrc ciò che rappre– sentano politicamente e quale è la lo– ro pratica nonostante che «le preoccu– pazioni economiche abhiano il soprav– vento su tutte le altre preoccupazioni» (Bloch-Lotiné). Noi rileni,imo però che i tecnocrati stiano per diventare una forza politic:t, cioè che c<;si stiano ini- 7iando una politica che è esclusivamen– te la loro. Oue~ta politica si manifosta in primo h!ogo attraverso il concentramento del– le imprese, in modo tale da potei· con– trollare e (<pianificare» l'insieme del– !'economia, giacchè una eccessiva pro– lirerazione di imprese non consentireb– be una pratica centralista dirigente. Ed è così che, ponendosi come àrbi- 1ri, i tecnocrati possono dimostrarsi fondamentalmente conservatori di fron– te ai conservatori (dircsa del capitali· ,mo) e obiettivamente progressisti, con la politica del benessere, di fron– te alla «sinistra». Tnrine, la depoliti– cizzazione delle ma<.se crea una situa- 7iOne favorevole utilizz<1ta dai tecno– crati per giustiricai·e il loro potere di- screzionale. In rJgni caso, nulla sembra giusti– ficare la teoria cli A. Gorz secondo la quale i tccnocrali non hanno una po– sizione di adesione <1dun'idologia par– ticolare od anche capitalistica, ma, «poichè non c'è niente di meglio da far•c, credono .di poter praticare t-a politica del male minore», il che può aprire la via <1cl una «nuova strategia operaia» secondo la quale il movimen– to dei lavoratori avrà bisogno di tec– nocrali (di gerenti specializzati) per d~rsi una strategb allo scopo di con· quistare çd amministrare il potere. «Ma questo bisogno non deve signifi– care, in akun modo, che lo Stato so– cialista possa o debba conservare il caratte1·c dittato.-ialc o totalitario del– lo Stato capitalista, nè che il sociali– smo possa riservare alla tecnocrazia il monopolio della gestione, della com– posizione e dell'organiu:azionc dei rapporti sociali». Questo punto di vista, a nostro av- 567

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