Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967
1is1i o direttori, capifabbrica, funziona– ri. militasi di carriera che obbediscono ad un superiore. I tecnocrati, invece, possèggono il potere di decidere e pos– sono, capovolgendo la gerarchia, for prevalere una parte sul tutto sino al punto eia da,·c ddle direttive al po:,.to di riceverle. Questa net 1a distinzione pone rinc a diversi errori, giacchè chiarisce come i tecnici non fono che servire altre c!a:,.si (ad e!l.cmpio, in un regime capi· tafo,ta concorrenziale, essi servono la clas~c borghese e non sembrano mo– ~ararc alcuna velleità di cambiamento) mentre i gruppi tecnocratici - la cui apparizione è legarn al capilalbmo or· ganiu<.Ho, cioè alle società clirigisle e pianificatrici - mostrano una netta 1enden1a a sostituire il padronato ren– dendolo inulile oppure ad assorbire le l)urocrazie ed a formare ciò che Gur· vitch chiama le «1ecnoburocrazie». Cercheremo di dare una dcscri7ionc della 1ccnocra.1ia e di chiarire come si manifesta questa tendenza. Innanzitut– to. chi :,.ono i tecnocrati? Nel 1940 l'a– mericano Burnham (nel suo libro The mam1gcrlal rcvolulion), fu il primo a segnalare il pericolo tecnocratico, di– stinguendo così le categorie di «mana– gers»: - i direuori delle grandi imprese; - i direttori commerciali ed i capi della pubblicit;ì; - i direttori generali dei trusts e dei cartelli; - i direttori finanziari legati con l'al• ta banca. A questo sommario elenco, bisogna aggiungere: - i grandi amministratori dello Stato; - i piani! icalOri; - i capi militari; 566 - gii «uomini dcll'apparatoi. dei sinda– cati padronali cd operai. Da questa '.-.Cmpliceenumerazione, si rileva subito ciò che co,tituiscc la forza e la debolena dei gruppi 1ecno– cratici: una inconte!l.tabilc posizione di– rigenziale, ma, anche una diversità con– flittuale. Detti raggruppamenti non so– no nè omogenei, né unificati. Essi han– no ,;;;pessointeressi contrastanti ed inol– tre possono avere preconcetti che, a breve o lunga scadcn.1;a, si contrappon– gono. Di conseguenza, seguendo le con– giunture sociali, c:,.si possono tende– re all'accordo od all'antagoni !l.mo. Vediamo ora gli elementi che con– sentono di ritenere come i tecnocrati vadano verso una coesione, verso ur•. 1 unificazione di classe. Può dirsi che attualmente la maggior parte dei tec– nocrati apparliene alla grande e media borghesia ed alle classi medie, e che i t sistema di cooptazione dà loro una continuità cd una concezione di casta. Se presentemente .::~!loi !l.<.'n•onoil capi– talismo, è possibile che, in congiunture ctiverse, ritengano che il loro interesse <;iaaltrove. l tecnocrati :,.ono legati me– no «all'utile,. che ~Ila ..produttività,. e giungono persino a prendere l'atteggia– mento di servire 1uttc le classi, di lavo– rare per l'insieme d('lla società. Di fat· to, questa posizione fa sì che la tecno– crazia si ponga come arbitra tra i di– versi int~ressi. A. Goi-.1;orccisa che es– sa è .-mediatrice tra gl'intercs!l.i parti– cola,; e con1rac\dinori del capitalismo, Ira l'interesse generale ciel capitalismo e l'interesse gencralc ... Quc:,.to alleggia• Mento diventa presto una tendenza a formMe un'ideologin avente come ba– se 1re.conce11i - «competenza profes– sionale», «produttivi I~» e «arbitrato» - e rapidamente giungerà .id abusarl;! in-
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