Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967
e passi nel costume, e nulla di più improbabile che vi passi prima che il bisogno di gradirsi per vivere in– sieme e d'intendersi per conservarsi non sia sentito come la base del le– game coniugale, prima che il mutuo consenso non abbia qualche impor– tanza nella vita quotidiana degli spo– si, invece di essere concentrato nel momento della cerimonia nuziale. La più convincente prova dell'in– differenza degli italiani per ciò che tocca alla vita a due è la trasforma– zione rapida delle donne dopo il ma– trimonio. La ragazza fragile ingros– sa ed abbruttisce, dovunque venga e di qualsiasi cosa disponga; si trasci– na per casa in modo poco appetito– so; le cure ch'essa dà alla progeni– tura l'assorbono al punto eia farle dimenticare quelle che dovrebbe al suo corpo; presto nessun incanto e– mana più dalla sua persona, e ciò senza che il marito dimostri di adom– brarsene. li tabù della verginità, sul quale sono state scritte tante stupidità, e– sprime simbolicamente la rassegna– zione degli adulti. Perchè si alleva– no i ragazzi e le ragazze nell'idea che l'integrità fisica della donna è un bene più importante del carattere, dell'intelligenza o perfino della bel– lezza? Per convincerli bene che la sposa non può avere del merito che una volta sola. Una sola notte di nozze, ed eccola ridotta a niente. Essa cessa di volersi desiderabile, il marito cessa di esigere ch'essa lo sia. Tutto lo scambio si è limitato nel marchio impresso dal maschio. Pertanto, se si disinteressano di piacersi, si dispiacciono spesso al punlo da non poter più sopportarsi. I drammi della discordia insangui- 560 nano l'Italia. Nel Sud si è più portati al delitto, nel Nord alla separazione. Sessantamila coppie si separano ogni anno. un quinto per via legale. le al– tre cli comune accordo. In un perio– do di venti anni, un milione e due– centomila matrimoni si sono sfatti, due milioni e mezzo di indi\·idui hanno abbandonato le loro catene senza riprendere la loro libertà (la legge li obbliga perfino a rimanere casti). Nel Nord, dall'altra parte dell'Ap– pennino, un matrimonio riuscito non è eccezionale: più rare le possibilitù di successo a mano a mano che si scende verso il Sud e che le donne cessano più presto di attirare. Pro– babilmente, nella zona industriale che si estende da Torino a \ 'enezia, una minorità importante augura di poter vivere l'esperienza della coppia e per conseguenza djsporre del di– vor.lio. Ma a causa del Sud, della sua massa cli donne giovani e già mostruose che l'istituzione del di– vor.lio condannerebbe alla solitudine ed alla miseria. tanto più che nessu– no ha fatto imparare loro un mestie– re, la riforma del regime matrimo– niale è per il momento impossibile. Uno sconvolgimento delle abitudini alimentari dovrebbe in ogni modo precederla. Da cento anni che l'Italia esiste, il Nord sfmtta il Sud e si arricchisce a sue spese, ma il Sud tiene in schia– vitù la vita sessuale e morale di tut– ta la penisola. A Roma, avevo domandato ad un romanziere molto noto perchè gli scriUori non organizzavano una cam– pagna in favore del divorzio. Essa non servirebbe a niente, mi disse. A niente? Sì, lìntanto che il Vaticano
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