Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967
ni., in costante risveglio, che l'.10nper– desse di vista lo scopo socialista, per non diventare un sostegno puro e sem– plice della borghesia. 11 fatto che Marx sostenesse ed incoraggiasse i movimen– ti na,:ionalisti e democratici borghesi, non era in contraddi,:ionc con la sua teoria della rivoluzione proletaria, ma semplicemente provava che esisteva an– cora un fossato tra rivolu,:ione borghe– se e rivoluzione proletaria, tra la com– parsa della classe operaio e la sua e– mancipa,:ionc. Il fallimento delle rivoluzioni del 1848 e lo sviluppo del capitalismo l'he ne se– guì in un ambiente contro-rivoluziona– rio, non potè impedire lo sviluppo del movimento operaio. Questo movimen– to, nalo dalla rivoluzione borghese, si adattò alle condizioni non più rivolu– zionarie scatw·ite dal compromesso tra la classe borghese in ascesa e lo Stato semi-feudale. Ma, anche nei paesi dove il governo non era che l'esecutivo del• la classe di,·igente capitalista, il movi– mento operaio non dimostrò allrcuan– to spirito rivoluzionario contrariamen– te all'aspe1tativa di Marx. TI program– ma politico, t.-acciato da Marx nel 1848, perdeva ogni rapporto reale con lo sta– to delle relazioni capitai-lavoro in una società borghese avanzata. Si faceva perciò posto per un programma rifor– mista, rivestito di ideologia marxista, dovunque le tradizioni del 1848 aveva– no ancora valore. Marx non appoggiava le rivoluzioni borghesi per considerazione lattica, cioè per conquistare il controllo di que– ste rivoluzioni e trasformarle in rivo– luzione proletarie, in socialismo. Cer– cava soltanto di sostenere r·ea\mente la formazione di una classe, la cui na- avrebbe assicurato così, come termine ai suoi successi, l'avvento di una nuo– va rivoluzione. Questo appoggio, colle– gato alle condizioni dell'Europa del 1848,perde ogni significato quando que. ste condizioni sono mutate. E il Marx del «Capitale» e della Prima Interna– zionale non considerava già più la clas– se operaia come l'arma della rivoluzio– ne borghese: la vedeva unicamente preoccupata dei suoi propri scopi di classe, della sua lotta contro la bor• ghesia, poichè quest'ultima non si op– poneva più al feudalesimo, ma ne rac– coglieva le briciole. Questa sitw1zione non era evidente– mente quella della Russia, le cui con– dizioni sociali sembravano analoghe a quelle dell'Europa del 1848. Borghesi e proletari affrontavano entrambi e le condizioni semi-feudali dello zarismo e le aspirazioni non socialiste, ddle masse contadine. Una rivoluzione si avvicina• va, ma non proletaria nel .senso mar. xista, nè borghese nel senso della Ri– voluzione francese. Essa doveva conte– nere degli elementi di ambedue, ma sarebbe stata anzitutto una rivoluzione contadina in un paese ancora arretrato dal punto di vista del capitale, un pae– se già sotto il controllo del mercato capitalista mondiale e per conseguenza partecipe alle attività, sia imperialiste e capitaliste sia socialiste, ed alle di– verse convulsioni che costituic;;cono 1a politica nazionale cd internazionale. Si sa che Lenin pensava che la rivo. luzione prevista in Russia sarebbe sta– ta una rivoluzione borghese e demo– cratica, ma egli tuttavia chiamò la ri– voluzione reale « proletaria », perchè i bolscevichi riuscirono ad :mpadronirsi dello Stato ed i bolscevichi erano un scita doveva far sbocciare la sua con- partito marxista. La legge totalitaria tro-pai:tila: la classe pra]etaria, e chi'! . del partito si estese gradualmente su 526
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