Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

tralismo democratico» (clecismo), so– pra1tu110 conosciuto a11raverso uno dei suoi fondator·i, Sapronov, in quan10 qucs10 gruppo sottolineava il carattere cli classe della lotta proletaria contro il partito comunista russo. Questo gruppo si era ,·eso conto eh<.• la lolt.i doveva esser condott.i fuori dHI partito, in mezzo agli opcnli. Ma i dc– cisti, come altri gruppi di cpposizione, dovevano ben presto cadere viltime del terrore staliniaoo. La Seconda In1ernazionalc non era riuscila a trasformare il movimento operaio in Qrganizzazione che control– lasse i lavoratori. La Ter,t;a In1crnazi0- nale vi riuscì. Ormai l'auto-determina– zione operaia doveva affermarsi con– tro tulle le organizzazioni operaie esi– stenti, sia politiche sia economiche. li panito tradizionale della democrazia borghese e, insieme, il sindacato, sia in forma ar(igianale sia in forma indu– striale, si rivelavano strumenti cli ma– novra in mano delle colossali burocra– zie del lovoro. Le quali iden1ificmiano i propri interessi al mantenimento del– lo statuquQ sociale, oppure diventava– no palesemente strumenti cli controllo alla dipendenza dei governi. Era chia– ro che le forme organizzative, nelle quali Marx cd Engels avevano posto, in circoslanze del tutto diverse, le lo– ro speranze per uno sviluppo della co– scicn7.a cli classe proletarie, non poteva– no più esser considerale c.omc forze di emancipazione. Inoltre r~se si mo– strarono subito come nuove forme di asservimento del proletariato. Benchè a malincuore, Korsch, avendo constatato che non esisteva alcuna forma nuova e più adatta di organizzazione della lot. ta cli classe proletaria, concluse che la fine del capitalismo presuppone ed esi- 524 ge la fine delle organizzazioni operaie tradizionali. E precisamente l'appoggio dato dagli operai a queste organizzazio.. ni dà la misura della mancanza di co– scienza di classe. Tuttavia manifestazioni di indipen– denza proletaria si fanno ~!rada, seb– bene passeggere e localizzate in princi– pio, nelle azioni dircLte che lendevano a scopi di classe: Korsch le considera– va come altretlanti segni di una rina– scita della coscienza di classe prole1a. ria in seno ad un'espansione totalitaria di controlli autoritari su sfere sempre più eslese della vi1a sociale. Dal mo– mento che si potevano trovare tali a– zioni indipendenti della classe operaia, il marxismo rivoluzionario non ern mortQ. E il punto cruciale della rina– scita di un movimento rivoluzionario non era determinato dall'adesione ideo– logica alla dottrina marxista, ma dalla azione della classe operaia per conto proprio. Fino ad un certo punto, questo genere d'azione era ancora pr:iticato nel movimen10 anarco-sindacalista; Korsch si volse verso gli anarchici sen– za luttavia abbandonare le sue idee marxiste. Egli, però. si volgeva non verso gli anarchici della piccola bor– ghesia ideolbgi del lasciar fare, ma ver– so i lavoratori anarchici e i contadini poveri della Spagna, che non erano ancora schiacciati sotto i colpi della controrivoluzione internazionale, la quale aveva fatto, del nome .stesso di Marx, uno dei suoi simboli. La dollrina marxista si era interes– sata all'anarchismo, soltanto, come si è spesso affermato, per rimettere al loro posto gli clementi anarchici che ebbero parte nella formazione della Prima Internazibnale, Gli anarchici po– nevano l'accento sulla libertà e sulla spontaneità, sull'autodeterminazione e,

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