Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967
astratto di Feuerbach, era e rimane sempre un materialismo storico e dia– lettico, vale a dire un materialismo che incorpora, comprende e modifica la to– talità delle condizioni sociali prodotte storicamente. Il fatto che Marx sia giunto a trascurare la filosofia non al– tera in nulla il suo riconoscimento del– la ideologia e della filosofia come for– ze sociali reali che devono essere do– minate tanto sul IQro proprio terreno quanto attraverso un mutamento delle condizioni storiche alle quali sono col– legate. Questa nuova attenzione che Korsch dimostrava alle relazioni tra il marxi– smo e la filosofia non scaturiva da un interesse speciale per la filosofia, ma era piuttosto un bisogno, un desiderio di liberare il marxismo di allora dalle sue scorie ideologiche e dogmatich'-', era una conseguenza teorica della nuo– va tendenza rivoluzionaria scaturita dalla guerra e dalla rivoluzione. Infat– ti si può evidentemente applicare il marxismo, che spiega la relaziQne dia– leLtica fra la coscienza sociale e la su.i base materiale, al movimento marxista e a quello operaio. Non vi è da stupir.:;i che il marxismo del 1848 e del « Mani– fosto comunista» sia differente da un movimento marxista che si è sviluppa– to, - parallelamente ad un capitalismo in espansione -, in un lungo periodo non ri\'oluzionario che si è compiuto, del resto temporaneamente, rn seguito agli sconvolgimenti rivoluzionari della prima guerra mondiale. Il « revisioni– smo » marxista era sQltanto la teoria di una prassi non rivoluzionari.i, ]'«or– todossia marxista», una teoria separa– ta da ogni prassi che, per conseguenza, serviva indirettamente come sostegno ideologico al riformismo borghese. Il nuovo movimento rivoluzionario, nato dalla rivoluzione russa, si faceva passare come restauratore del marxi– smo originario. Ma per Korsch non po– teva essere che una restaurazione ap– parente e ideologica, che non sapeva eliminare il bisogno di un nuovo svi– l'uppo della teoria e della prassi mar– xista, che si accordassero con la situa– zione storica specifica, nella quale si trovava il movimento rivoluzionario stesso. Tuttavia, servirsi della teoria di Marx, in un primo tentativo di com– battere la prassi non rivoluzionaria, cioè contro rivoluzionaria del movimen– to riformista, era, malgrado tutto, un progresso, perchè significava porre di nuovo la questione della rivoluzione e della dittatura del proletariato. La parola d'ordine del movimento ri– voluzionario era « Tullo il potere ai Consigli operai». Per quanto vaghe fossero le idee che sottintendeva, que– sta parola d'ordine esprim~va la volon– tà rivoluzionaria di un proletariato, dotato di una coscienza di classe, di finirla con la socie!à capitalista. Anche se, per quanto concerne la Russia, si presentava, fin dal principio un fos– sato che appariva invalicabile, tra I" idea sovietica e la possibilità di tradur– la in realtà, non era questa una ra– gione per non tentare una soluzione rivoluzionaria in nazioni più favorite. Se la rivoluzione proletaria fosse riu– scita in Occidente, forse a,•rcbbe petu– lo creare le nuove condizioni necessa– rie ad uno sviluppo socialista delle na– zioni meno progredite industrialmente. Come tutti i rivoluzionari di questc1 epoca, Korsch accolse la rivoluzione bolscevica, schierandosi dalla parte de– gli operai della Germania e altrove. Ma dal 1921 l'onda rivoluzionaria del dopo-guerra cominciò a rifluire, e, con 521
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