Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

esser compresa a fondo se non colle– gandola alla rivoluzione sociale e con– siderandola, non come una filosofia della rivoluzione generale, m:,; soltan– to come l'espressione, nel campo delle idee, della rivoluzione borghese. E, co– me 1ale, non esprime il processo totale di questa rivoluzione, ma soltanto la fase finale, come si può scorgere nel suo accordo con la realtà immediata. Terminato il processo rivoluzionario, la rek1zione diolettica tra sviluppo rea– le e sviluppo delle idee ha perduto o– gni senso per la borghesia. Ma non è la stessa cosa per la classe proletaria sottoposta alla sua legge e al suo sfrut– tamento. Dal momento che non può andar oltre la prassi sociale della socie– tà borghese, sal\'O che nel campo ideo– logico-idealista, la teoria borghese non potendo andare al di là della fi– losofia di Hegel, sceglie una strada diversa. Ma non può scoprire il nucleo razionale che è nascosto dal guscio mi– stificatore, nè sottop0rlo ad una critica materialista che metterebbe a nudo, nelle relazioni di classe esistenti, le li– mitazioni storiche della società bor– ghese. Ciò non è possibile che clal punto di vista del proletariato, della sua opposi– zione della società borghese di clas– si. Il punto di vista dialettico non è in relazione con tutto il processo storico che ha inizio con la rivoluzione borghe– se, se non per suscitare il movimenLo rivbluzionario della classe lavoratrice, del quale il marxismo è l'espressione teorica. Perciò ci troviamo di fronte non ad una teoria di un movimento proletario che si sarebbe sviluppato sulla propria base, ma ad una 1eori:1 che, scaturita dalla rivoluzione bor– ghese, porta ancora, nella forma e nel contenuto, il marchio originario della 520 teoria rivoluzionaria borghese. Nè Marx, nè Engels negavano le ra– dici storiche delle loro leoric materia– liste dalla filosofia borghese. Ma i11 • Marxisme et philosophie », Korsch mette in rilievo che questo legame non significa che la teoria socialista debba conservare questa caratteristica filoso– fica nel suo sviluppo esteriore, come del resto non implica che il giacobini– smo della teoria rivoluzionaria borghe– se debba rimanere un aspetto della ri– voluzione proletaria. Infatti Marx cd Engels cessarono di considerare la loro posizione materialista come filosofica, e parlarono della fine di ogni filosofia. Tultavia, secondo Korsch, e-on ciò non vollero esprimere una qualsiasi prefe .. renza per le diverse scienze positive in opposizione alla filosofia. Più esatta– mente la loro posizione materialista era l'espressione teorica di nn proces– so rivoluzionario che si manifestava nella real là il quale abolirebbe la scien– za e la filosofia borghesi, abolendo le condizioni materiali e le relazioni so– ciali che trovano la loro espressione ideologica nella scienza e nella filosofia borghesi. Sebbene, nelle • Thèses sur Feuer– bach,, Marx affermi che « i filosofi non hanno fatto che interpretare il mondo in diversi modi, mentre l'importante è trasformarlo• questa trasformazione è a sua volta teorica e pratica. Nell'inter– pretazione di Korsch non si può igno– rare la filosofia, nè sopprimere gli ele– menti fi!Qsofici del marxismo. La lot– ta contro la società borghese è anche una lotta filosofica. anche se la filoso– fia rivoluzionaria non ha altra funzio– ne che quella di partecipare alla tra– sformazione del mondo. Korsch soste– neva che il materialismo di Marx, al contrario del materialismo 1~aturalc e

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