Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967
sto problema è dello s1csso genere di quello che <;i è !)()Sto per la linguisti– ca, cioè come un soggetto parlante può produrre una infinità di frasi nella sua lingua e comprendere le frasi che ascolta. Per parlare una !in· guri bisogna dispr,rre di un vocabola– rio e cli un ,istcm~ di regole grnrnma– ticnli che pcrmelle di combinare le parole in .;;eguenze significanti: le fra,;i. N. Cromski ha follo l'ipotesi che n~ni fra~ può essere prodotta mec– canicaml!ntc da un sistema che egli chiama grammatica generativa. Ba– ~ta, per parlare una lingua, che il f.Oggetto po'isieda I:'\ grammatica ge– nerativa della lingua. Egli può così creare un numero infinito di frasi di m1esta lingua con le parole che pos· sil•dc in questa ..::tessa lingua (12). Quando noi parliamo, non abbi:uno alcuna coscienza delle •ego le di l!'"ammatica che impieghiamo. Emet– ti~mo delle frasi adeguate al messag– sio che vogliamo trasmettere e com– prediamo immediatamente quelle che no, ascoltiamo. E' solamente quando impariamo una nuova lingua che dob– biamo apprendere le regole della sua grammatica. L'e'iordiente che studia il tedesco o il ru','iO, deve pensare a mC'lterc le declinazioni corrette; quan· do cono5cerà a fondo la nuova lin– b'll:'l, allo stesso grado della ling\Ja naturale, le drclinazioni verranno au– tomaticamente nel ~uo discorso, scn· 1a «pcnsan i». Ciò significa che le strutture generati\'e della lingua sono inco..,cicnti per il ~oggetlo che parla co~lantemente presenti. Ques1e stn.11- lurc wno indipendenti dal contenuto e per l'ascoltatore. Esse )':0110 tuttavia (le- parole), essendo il contenuto solo prc,cntc alla coscienza. 488 Questi risul1ati possono essere ge– neralizzati. Abbiamo visto che ogni percezione, ogni condo! ta, aveva un senso per un sogfi!Clto pcrcipiente cd agente, e che condotte e percezioni c– r~no attivamennte stn.1tturate dal soggetto. Il cervello del soggetto fun– ziona dunque come un generatore di strutture, e ciò presuppone che egli dispone di modelli strutturali perce11i– vo-affettivo-comportimentali, di strut– ture strutturanti che gli permettono di organizzare i contenuti (figure, forme percepite, coscienti, significan• ti) in situazioni strutturale signifi– canti. Queste strullure strutturanti, che noi proponiamo di chiamare ma• tric! generative, permettono di cono– scere il significato di una situazione e di organizzare un comportamento che gli è adattato. Come abbiamo dimo-.trato per lo studio dei differenti livelli di signifi– calo, queste matrici gcnc-rative hanno parecchi livelli di ,;;trutlurazione: so– no delle strutture di -,1ru11urc. Tro– viamo innanzitutto, un livello comune alla specie caratteristica dell'essere umano, poi, òclle strulture caratteriz– zanti un gruppo socio-culturale cd, infine, delle strutture proprie ad un dato individuo in uno stadio preciso della sua evoluzione. Queste matrici generative, che gene– rano il mondo del soggetto cd il suo schema corporale, sono incoscienti; noi abbiamo coscienza dei contenuti della situazione, noi agiamo in fun· zione di questo contenuto, senza ave– re mai coscienza ciel perchè la situa– zione ci appare tale nè del perchè rea– giamo in quella certa maniera. Inol– tre, noi troviamo generalmente assur– da o stupenda la condotta di un al-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy