Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967
~no di essi. Un'altra mediazione co– mune è quel!~ dello strumento che ci pennette di produrre quello di cui abbiamo bisogno. Questo problema di mediazione tra l'uomo ed il suo am· biente lo ritroveremo studiando i feno– meni sociali. Notiamo semplicemente qui che, per l'uomo, appaiono .nel mondo nuove categorie di esseri chiamati esseri u– tensili, e che questa categoria è ]ega– t;i ai fenomeni sociali. I fenomeni so– ciali, li wdiamo così apparire come slrutturanti, continuando lo studio de! bisogno. Ogni essere vivente ha bisogni fondamentali: quello, per e– sempio, di alimentarsi e quello della sessualità. Ciascuna specie ha modi specifici di soddisfazione, che si chiamavano una volta istinti. Nell'uomo, in ogni gruppo socio .. culturale, esistono modi particolari di soddisfazione dei bisogni; cucine per l'alimentazione, costumi sessuali par– tkolari, mode varbnti con il tempo ed il luogo. Inoltre, i bisogni non sono gli stessi in ogni gruppo soci?.le. Noi non saorem.,.,o fare a meno del rele– fcno, dei mezzi rapidi di trasporto, ccc. dei 'l~!ali gli esquimesi fanno a meno b..:nissimo, m.l essi hannno bi· rngno di kavakas e di strumenti di caccia alle foche di cui noi non sa– prcmm0 clw fare. Questi bisogni par– iicolari sono legati rispettivamente all 'organit.zm: .ione della nostra socie– tà ed a quella della società esquimese. Ogni c-uhir<1 ere~ dei bisogni e de– gli schemi di comportamento che le sono prnpri <· che evolvono nel tem– po. Queste nozio~i di mediazione tra il soggetto c-d il mondo e quella di funzione struttur~nte delle strullure socio-cultu1;}1i, permettono di com- 486 prendere il lenon:eno che Freud ave– va chiamato «sublimazione». I bisogni «culturali» ~uno delle strutture di re– lazione ad ~:Itri, condizionate dalle strutture strutturanti sociali e non c'è nessun bi~ogno, PlT esplicarle, di ri– correre ~1lle interpretazioni fantasiose d1.:gli psicanalisti ortodossi. Se mi piace a~coltare della musica moderna, significa pc1· 1~,e, che questa musica ha un significc.10 e ciò(· possibile pcr– chè la cultura r.ella qua!e vivo ha cre.ito un certo linguaggio musicale che ha un significato per gli individui che partecipano a questa cultura. Que– sto imguaggic, !'trutture sociali date come ,:igni ìinguaggio esistente, può essere util1izato come rnezzo di co– munic:izione tra il musicista ed il suo uditore. L :1sc.ohatore può comunicare cun q11~sto linguaggio solo se lo ab– bi..i, in qu2:che modo, rippreso, per esempio ~Cf!UCndo le trasformazioni della n1usica, dalla musica classica al– le musiche l·ontt'11Jporar:ee. Parimen• ti, questo linguaggi0 si è formato per evoltizione "' partire da linguaggi mu– sicali preesistenti. La musica seria è nata in una certa rase storica della cultura occidentale opponendosi alla musica tonale press'a poco nella stes– <;J. epoca di altre rivoluzioni culturali nelle scienze e nelle arti. Schonberg, Plank, Einstein, Kanclinski, Freud so– no contemporanei. Queste rivoluzioni coincidono con movimenti tecnologi– ci, economici e politici che segnano il passaggio dal XIX secolo al XX se– colo. Il complesso di Edipo non c'en– tra se non perchè è stato concepito da Freud a quell'epoca. Ugualmente, la grande angoscia di morte colletti– va che ha segnato recentemente la «guerra fredda» e <,l'equilibrio nel
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