Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967
c,11 suo rno;1do. Essa studia come il soggetto percepisce il mondo, come a– gisce il"! questo mondo, come struttura percezioni e comportamenti e come ri– flette sul suo mondo vissuto. Se il sog– ec1to occupa un posto centrale in psi– cologia, la società è fuori del campo di 11.uesta scienz,\, gbcchè la psicologia non si cura solo del modo in cui que– sto mondo è vissuto dal sogetto. Le re· lazioni soci.:\li oggettive che studia il sociologo non la interessano. Nessuna scienw umana può Costituir– si in ;intropologia. Le scienze tagliano, nella continuità a~i fenomeni del rea– le. degli insiemi che e,sse strutturano. Fsse cos1ruiscono, partendo da assiomi e da processi logici, dei modelli che in– dicano il reale, e la "P~rimcntazione che verifica la validità del modello. Nuove esperienze e nuovi procedimenti di formalizzazione obbligano a riesami– nare periodicamente i modelli. Per e– sempio, all'universo edificato dagli a– stronomi della antichità, Copernico ha sostituito un altro modello che le scoperte dell'a5.tronomia moderna e la teoria della rel::ttività hanno obbligato a modificare ancora. Un ?.stronomo che, per fedeltà a Cvpcrnico, od un fi– sico, che per fedeltà a Newton, rifiu– tassero di cred.::re alla relatività o alla meccanica quantistica passerebbero pe, pazzi. Ciò è tuttavia quello che f'an– no marxisti, freudiani ed anarchici, col pretesto di essere fedeli a Marx, Freud, Proudhon, 13akunin, Stirner o ad altri grandi classici. Tutti pretendono tutta– via di promuovere i loro metodi al ran– !!O di scienza. Dopo avere eliminato le pretese del– le scienze umane 2d essere delle antro– pologie e dopo aver rigettato ogni at– fRccamento dogmatico ad un classico 478 tramutato in idolo, posS;iamo tratt. :i.re l'oggetto di questo saggio, l'antropolo– gi.:i.. Il proposito cli ogni antropologia è u– na totalizzazione dcli 'uomo, dell'uomo preso S;ianei suoi aspetti individuali di unico e sia in quelli di essere sociale, collettivo. Il concetto di 1otalizzazione esclude la riduzione dell'antropologia ad una scienza o ad una addizione di scienze. Come abbiamo visto più avanti. le scienze analizzano e non 5,intetizzano. li pun10 di vista antropologico supera i punti di vista scientifici pur appog– giandos•i su di essi. Li supera conser· vnndoli e li fonde nel senso che non vi è scienz3 SI;! non per e con ut1;soggetto conoscente: lo sC!enziato. Come ogni concettualiuazione del reale ha origine da ipotesi preesistenti che essa supera e, alle volte, integra come caso partico– lare, (neli'esempio sopra citato, la mec· ~anìca newtoniana è un caso particola– re dt:lla meccanica relativistica), l'an– tropologia attuale si nutre della lettu· ra dei classici, li supera integrandoli come iniziatori de! pensiero rivoluzio– norio e momento storico dell'evoluzio– ne del pensiero. Intendo, con questa ul– tima espressione, che essi hanno, ol· trepassato il pensiero dei loro tempi, a· nalizzato il materiale di cui disponeva– no in quel tempo con metodi originali. Così, il solo mez.zo di essere loro fede· li è di rifare, nel nostro tempo, ciò che essi hanno fatto nel loro e, quindi, di superarli rispct tandoli. Fin qui ho esaminato quello che non può essere l'antropologia. Bisogna ora dire quello che essa deve essere ed a quale livello ciel sapere si colloca. La domanda alla quale deve rispondere l'antropologia è: che cosa è l'uomo? Il nostro interrogativo si pone ad un li·
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