Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967
UNADONNA SPOSATA La gamba nuda di lei, il braccio (nu– do) di lui, le mani di lei e di lui che si incontrano sul lenzuolo, il ,,iso di lei, Ja testa di lui, lei con la camicella, lei senza camicetta, ancora lei senza cami– cetta, "baslal » (detto questo, uno spet– tatore si alza ed esce), ancora una gamba di lei e il supplizio continua fino al son– no degli spellatori meno incalliti che sfug– gono così a circa mezz'ora di elucubra– zioni sull'amore e il piacere. Poi, ancora il braccio di lui, il viso di lei, le mani che si incontrano sul lenzuolo e così fino alla fine del film. Se un elemento dell'arte cinematogra– fica è costituito dalla dinamica delle si– tuazioni, allora è certo che « Una donn8 sposata» è nè più, nè meno di un lin– ciaggio del cinema perchè in questi chi':– lometri di pellicola non accade assoluta– mente nulla. Qualcuno (che evidentemente non sa• peva di cosa stava parlando) ha afferma• to che un pesante intervento censorio ha tolto ogni vigoria all'opera. Probabilmente (se ha visto il film) co– stui crede fermamente nelle possibilità redentrici di un pezzo di carne nuda in pili pcrchè, dat:i la struttura dell'opera, non si riesce ad immaginare cosa la cen– sura possa aver tolto di diverso. Ah, dimenticavo: quest'ora e me7..za di tortura sen 1 e per presentare l'adulterio a– scitico: l'adulterio senza rimorsi, senza drummi (nel fi!m, infatli, la donna non i': che un corpo che si rivolta,,a con la stessa disinvoltura nel !elio coniugale e in quello dell'amante). Col suo stile ispi– rato ad un apparente fenomenologismo (apparente pcrchè la scelta del materiale cinematografico è evidentemente arbitra– ria), Godard riesce indubbiamente a dif- 444 ferenziarsi nel linguaggio dagli altri re• gisti (e forse solo da questo gli derivano i favori di tanta critica), ma i suoi films non risultano che aride elencazioni di immagini e di gesti inventati e poi ab– bandonati a sé stessi (apparentemente, pcrchè invece sono rigorosamente coordi– nati) per creare l'illusione dì un discorso che scaturisce direttamente dalle imma– gini che appaiono sullo schermo, senza in1erventi soggettivi del regista. Qui sta l'equivoco, perchè Godard sce– gliendo le immagini, le situazioni, inter– viene e lo fa per erigersi a paladino del disimpegno sociale. Egli, dopotutto, è un esistenzialista che ha scelto di non sce– gliere. Dai filmi di questo regista cosa scatu– risce dunque oltre alla predica indiretta pro•qualunquismo? Nient'altro che il po• tcrc di annoiare fino allo spasimo e di creare confusione nel pubblico più sprov– veduto che, a causa di simili azioni ter. roristichc, può finire per confondere : reggiseni in parata di Godard con le pro– blematiche di Resnais, di Bergman o di Antoniani. OSSESSIONE NUDA All'incontro fra realismo e fantasia è il mondo di Marce) Camus, un mondo in cui passioni elementari sono immerse in paesaggi e ambienti dove la vita scorre incontaminata da processi subumanizzanti Siamo evidentemente all'opposto di An– toniani, ma il mondo in cui viviamo è vasto e complesso; in esso possono tro– var posto l'introversione e l'angoscia e il figlio incontaminato della terra anche se per quest'ultimo, purtroppo, non resta or– mai più che la dimensione fantastica. Sembra però che per il regista france. se. da quando nel 1959 fu premiato con
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