Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967
mento morale è quello che ci vuole. E a questo punto la ricerca della pro– pria felicità non è mai disgiunta dalla repulsione di fondarla sull'infelicità al– trui, anzi ruorno trova nella felicità dei vicini un complemento della pro– pria. La prima libertà (primitiva, amo– rale, negativa) può accompagnarsi ad un atteggiamento ribelle e prntestata– rio, che non è ( non può essere) anar– chismo. La seconda (positiva, morale, autosufficiente) può accompagnarsi ad una disposizione all'anarchismo. E' fuo. ri dubbio che la scarica emotiva è co– munque uno sfogo della naturale ag– gressività. Si tratta comunque di av\'C– nimenti individuali: da qai ai cinque effetti necessari e biologici, tra cui la società egalitaria e pacifica, connessi gratuitamente con 1a libertà sessuale, ci corre un abisso. RiprcndendQ i tre errori sopramen– zionati .chiarisco che le imperfezioni dcli 'uomo e della società non hanno una causa unica, ma parecchie, le qua– li non sono nè soltanto sessuali nè sol. tanto ambientali. Ogni individuo è una sir.tesi unica di fattori innati e acqui– siti, nella quale è normale tutto ciò che serve al suo equilibrio ed alla sua espansione, anche se appare patologi– co a confronto di un modello astratto. E la struitura della società risulta dal concorso ·di innumeri fattori, non solo sessuali. Un uomQ completamente sa.– no e perfella-rnentc libero è soltanto un'astrazione, mentre una formula ri– solutiva unica per la felicità dell'uomo e l'equilibrio della società è un non senso. L'individuo e la società sono due fattori c0ncomitanti. la ricerca del fattore-leva del progresso civile, riedi– zione della protocausa teologica, ripre. ~a malauguratamente dal marxismo, è un errore dipendente da un'illegittima applicazione della visione analitica del– la realtà alla realtà stessa. La società, si pensa, è costituita da individui, quin. di, mutando questi muta anche quella. E' vero che un individuo può superare e di molto la media perfezione del suo ambiente sociale, ma la gcncraliu.al.io– ne di questo progresso è impedita dallo stesso tipo di società, che è quella che è, appunto perchè sorretta da masse a. cefale e stnunentali. D'altro canto, la società non muta senza il mutare del suo materiale umano, Il prncessç di demassificazione (cui si tende invocan– do la libertà sessuale e quindi la li– bertà generale) può avvenire soltanto contempOraneamente al processo di mutazione delle stmlture sociali. Per– ciò, è assurdo dire: rendiamo gli uo– mini sessualmente liberi chè la società libera seguirà per conseguenza, altret– tanto quanto il dire: costruiamo una società libera chè gli uomini hberi ver. ranno di conseguenza. Dati gli uomini liberi, la società libera non segue, in quanto coesiste. Così, una ~ocietà libe– ra prima degli uomini liberi è un'ipo– tesi assurda. Come si vede, non vi sono un prima e un dopo, ma v'è un rap~ porto costante (dialettico) di conco– mitanza e interazione tra ambiente so. ciale e uomo e Ira aspetti (li uno stes– so individuo. Avrei molte altre cose da :1ggiunge1·c, ma per Qra tiro delle conclusioni gene. rali, ripromettendomi di tornare sullo argomento appena mi si offrirà anco– ra l'occasione. Demma parlava di sesso libertario, cioè di sessm1lità libertaria, ovvero di libertà sessuale praticata scccndo co– scienza libertaria, E' un punto di ar– rivo, non di partenza. Non è che tale coscienza sia effetto della libertà ses– suale, ma si tratta del modo libertario 427
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